Non è un messaggio politico, si tratta invece di uno studio effettuato su un gruppo di 1000 individui nati tra 1972 e il 1973, osservati per quarant’anni.
Tale studio portato avanti anche dall’università di Otago ha riportato risultati difficilmente mal interpretabili: gli adolescenti che non hanno mai fatto utilizzo di cannabis erano nettamente più intelligenti degli altri, addirittura con 8 punti di QI medio in più rispetto agli altri.
La spiegazione scientifica di ciò è fin semplice, perché in età adolescente il cervello è ancora in fase di espansione e dunque l’immissione al suo interno di sostanze killer per i neuroni causa la mancata crescita dello stesso; ed è lo stesso fenomeno che si riscontra sui calciatori giovani tirati su con ormoni della crescita e quant’altro, che dovranno fare i conti con numerosi infortuni per il resto della loro carriera.
Inviperita è stata la reazione dei sostenitori della legalizzazione delle droghe leggere, che vedono in questo studio una precisa battaglia politica proibizionista. Non c’è però da parte loro nessuna ricerca scientifica volta a dimostrare il contrario.