Home / Altre rubriche / Il cacciatore di enigmi / Sfida impossibile al Coral Castle

Sfida impossibile al Coral Castle

Coral castle: il mistero svelato della levitazione?

Condividi quest'articolo su -->

L’incredibile impresa di chi riuscì a scoprire il mistero dei costruttori delle piramidi.

Nei pressi della punta meridionale della Florida, nella cittadina di Homestead si trova una delle attrazioni più visitate, curiose e bizzarre della regione. Si tratta del cosiddetto Coral Castle, una specie di castello con tanto di mura e torrione con all’interno tutta una serie di megaliti e obelischi costruiti con un particolare tipo di roccia locale chiamata “coral stone”.

Edward Leedskalnin, circa 1910 (cropped).jpgAd erigere questa colossale struttura pesante complessivamente più di 1100 tonnellate fu a partire dal 1923 un piccolo uomo emigrato dalla Lettonia al secolo Edward Leedskalnin.

Lo scopo recondito di tanta e tale impresa architettonica fu, sembra,  il tentativo disperato di riconquistare le grazie e l’amore della sua promessa sposa Agnes Skuvst che lo aveva lasciato alla vigilia del loro matrimonio. Dedicargli un intero castello costruito da solo senza l’aiuto di nessuno era forse un modo un po’ eccentrico di esprimere il proprio disperato amore per lei. Amore che però, nonostante gli sforzi compiuti, non fu mai più recuperato.

L’opera, messa in atto in un lasso di tempo di circa ventotto anni ha comunque dell’incredibile. Le enormi pietre, pesanti fino a 30 tonnellate l’una, furono trasportate dal nostro Ed su un vecchio camion da una cava distante 15 chilometri per poi essere lavorate e posizionate con la facilità con cui noi spostiamo le boccette di un biliardo.

Un lavoro che continua a lasciare a bocca aperta ingegneri e architetti che qua vengono da tutto il mondo per scoprire i segreti di un’opera che ha dell’impossibile.

Un esempio su tutti la porta di ingresso girevole che da accesso al castello. Si tratta di un monolite largo 2 metri, alto 2 metri e 30 centimetri e profondo mezzo metro pesante diverse tonnellate e distante dal resto della struttura appena 6 millimetri per lato. Su questo autentico pietrone megalitico il nostro incredibile Ed aveva praticato un lungo foro in senso longitudinale, per la quale oggi occorrerebbe almeno un perforatore ad alta velocità a laser, nel quale aveva poi inserito un’asta di ferro che andava a posizionarsi su un cuscinetto di un camion in modo da permettere alla pietra di ruotare sul suo asse.

Image result for coral castle floridaIncredibile ma vero, bastava la leggera pressione del dito di un bambino per poter entrare all’interno del castello delle meraviglie.

Quando il meccanismo con il passare del tempo finì per arrugginirsi, l’attuale proprietà del sito provò con i suoi ingegneri a sostituire alcuni pezzi mediante l’utilizzo di una potente gru di ultima generazione e il lavoro di almeno una decina di operai ma alla fine il risultato non fu pari a quello raggiunto dall’intraprendente lettone: la porta ora come ora si muove molto più faticosamente di prima.

Edward costruì la sua opera monumentale lavorando da solo di notte alla luce di una lanterna e avvalendosi di un semplice argano costruito con tre pali del telefono e di strumenti manuali assolutamente rudimentali. Come abbia potuto non solo trasportare ma anche lavorare e scolpire simili bestioni di granito con utensili paragonabili a quelli usati nel Neolitico è

un autentico mistero.

A chi gli chiedeva come avesse potuto da solo e con così pochi mezzi a disposizione erigere una tale opera megalitica l’ingegnoso Edward rispondeva di essere venuto a conoscenza dei segreti delle piramidi e di come gli antichi costruttori egizi e quelli del centro-sud America fossero riusciti a trasportare ed erigere blocchi pesanti parecchie tonnellate. Egli stesso scrisse alcuni manualetti sulla cosiddetta “corrente magnetica“in cui tra l’altro parlava di una misteriosa macchina a moto perpetuo. Dai suoi scritti si rileva inoltre che invertendo le forze magnetiche si sarebbe in grado di sollevare da terra gli oggetti, anche i più pesanti.

Su quello che succedeva durante le infinite notti trascorse dal nostro piccolo uomo nel suo castello delle fate, abbiamo la testimonianza di alcuni bambini dell’epoca che casualmente riuscirono a vedere il nostro industrioso lettone all’opera. Ebbene, stando a quanto sostennero questi ragazzi, lo spettacolo che si offrì ai loro increduli occhi fu quello di un “mago” che al misterioso suono di qualche strumento sconosciuto riusciva a far galleggiare nell’aria gli enormi pietroni per poi farli “atterrare” nel sito della costruzione come tanti simpatici e…docili palloncini.

Image result for coral castle florida

Una cosa assolutamente incredibile

che però ricorda da vicino gli eventi relativi ad un inventore statunitense della seconda metà dell’ottocento, un certo John Worrel Keely che inventò alcune macchine che, mediante la propagazione del suono di alcuni strumenti musicali, sembra fossero in grado di sollevare dal suolo oggetti anche pesanti. Lo stesso Keely, di fronte alle domande insistenti di alcuni finanziatori del progetto che volevano conoscere il suo segreto, rifiutò categoricamente di parlare fino ad arrivare al punto di distruggere tutto per poi morire in solitudine e in povertà qualche anno dopo. La sensitiva Madame Blawatsky in seguito sostenne nei suoi scritti che questo scienziato americano fosse riuscito in modo forse anche involontario a scoprire la cosiddetta “Mash Mak“, ovvero la misteriosa forza siderale atlantidea che, se finita in mano a individui privi di scrupolo, avrebbe potuto distruggere un intero continente.

Image result for coral castle night
Una fontana al Coral castle.

Tornando al nostro Edward,

egli comunque, al pari di Keely, non svelò mai il suo segreto fino al giorno in cui, siamo ormai nell’anno 1951, si ammalò e morì in solitudine all’età di quasi sessantaquattro anni. Sembra che negli ultimi mesi di vita lo stesso avesse fatto intendere di essere finalmente disposto a svelare il suo incredibile segreto ma alla fine le leggi implacabili della biologia umana ebbero la meglio su chi aveva osato sfidare e manipolare quelle altrettanto ineluttabili della fisica meccanica.

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Gobekli Tepe: il tempio in Turchia che risale a 10.000 anni fa

La storia dell’archeologia è costellata da reperti e ritrovamenti che potremmo definire “fuori tempo” e …