2^ parte
Un’altra metafora simpatica per capire il concetto di galleria gravitazionale è quello della mela e del verme. Ora noi sappiamo che se un verme si trova da un lato del frutto, per andare dalla parte opposta dovrà sorbirsi una bella camminata o…strusciata se preferite visto che dovrà sorbirsi praticamente un viaggetto di mezza circonferenza. Se alla nostra simpatica bestiola venisse in mente la genialata di scavare un bel tunnel all’interno della polpa si ritroverebbe d’incanto e in brevissimo tempo dall’altra parte del globo risparmiando forze ma soprattutto tempo prezioso vista anche la durata media non proprio incoraggiante della vita di questo piccolo essere vivente.
Guarda caso uno dei modi che i fisici usano per chiamare i cunicoli spazio temporali è “wormhole” che significa proprio “buco di verme“. Il bello di questa suggestiva teoria è che questi simpatici cunicoli o…meglio scorciatoie sarebbero in grado di fare da ponte non solo all’interno della nostra galassia ma anche, udite udite, tra una galassia e l’altra ma non solo: visto che qui si parla di dimensione spazio-tempo, trasformandoci in simpatici…vermi spaziali potremmo approfittarne per tornare nel passato o…andare nel futuro. Insomma queste incredibili scorciatoie finirebbero per avere un uso assolutamente universale o…meglio cosmico. Insomma per dirla in breve questi wormhole sarebbero una sorta di regione compatta dello spazio-tempo il cui confine sarebbe insignificante ma il cui interno non sarebbe semplicemente connesso e potrebbe essere spiegato con il concetto di un’altra dimensione che andrebbe ad aggiungersi alle tre che conosciamo.
Tutto quindi risolto? Non proprio perché sempre i soliti fisici quantistici si sono permessi anche di dirci che questa possibilità, almeno per ora, potrebbe essere utilizzata solo a livello subatomico in quanto l’esistenza di altre dimensioni sarebbe ipotizzabile solo a livello di micro particelle. Quindi o noi ci facciamo piccoli piccoli come un “muone” oppure…nisba. A disilluderci ancora di più ci ha pensato il buon Stephen Hawking che ha sostenuto l’impossibilità di viaggiare nel tempo in quanto, a causa dei poco simpatici paradossi che si creerebbero, ci sarebbe qualche cosa nelle leggi della fisica che impedisce questa possibilità.
Infatti proviamo ad immaginarci mentre belli belli ci facciamo un viaggetto nel nostro passato e che ad un certo punto veniamo in contatto con noi stessi quarant’anni prima. Se per caso ci venisse la voglia, per carità anormale ma…teoricamente possibile, di accoppare il nostro alter ego più giovane con una bella randellata in testa o anche solo di impedire che una qualche azione possa salvarci la vita che succederebbe? Se noi fossimo deceduti appunto quaranta anni prima non potremmo neppure esistere e fare il nostro benedetto viaggio a ritroso e allora come la mettiamo?! Lasciamo fare al buon Dio in modo che se la sbrighi lui?!
Comunque, nonostante questi dubbi amletici riguardo al nostro essere o non essere, all’Università del Connecticut negli Stati Uniti il fisico teorico Ronald Mallet sta lavorando ad un modello teorico di macchina del tempo. Una macchina del tempo basata sull’utilizzo di un particolare laser ad anello che produce un raggio di luce circolare che sarebbe in grado teoricamente di piegare lo spazio creando una sorta di loop nel tempo, ovvero una sorta di algoritmo formulato per mezzo della ripetizione di sé stesso all’infinito. Un raggio che, provocando una piegatura dello spazio vuoto, finirebbe per piegare anche il tempo a questo interconnesso. Ed è proprio in questa inclinazione del tempo che si potrebbe secondo Mallet compiere il nostro prodigioso viaggio all’indietro. L’energia del fascio di luce potrebbe quindi produrre una galleria gravitazionale sufficientemente forte da permettere ad un neutrone che ruota attorno al suo asse di essere trascinato, risucchiato attraverso il tempo.
Ovviamente tra il…dire di un semplice neutrone e…il fare di un essere umano c’è di mezzo un mare di complicazioni mica da ridere…ma almeno il concetto base sembra chiaro: si…può…fare!!!! Il buon Mallet sostiene di poter dare una svolta al suo lavoro entro il prossimo decennio. Per ora aspettiamo cullandoci nella forse illusoria immagine di noi che, come nel film “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi“, riusciamo ad entrare come piccoli vermi striscianti dentro una di queste simpatiche gallerie da Luna Park, per approdare…non si sa bene dove perché…invece di ritrovarci indietro nel tempo nei pressi di casa nostra, potremmo benissimo essere scaraventati in una galassia dispersa nel cosmo e lontana da noi miliardi di anni luce e allora ci potremmo anche domandare: “Ma… chi ce lo ha fatto fare”.