Home / Altre rubriche / Il cacciatore di enigmi / Foresta inglese di Rendlesham: se a spuntare fuori non è Robin Hood ma…un’astronave aliena.

Foresta inglese di Rendlesham: se a spuntare fuori non è Robin Hood ma…un’astronave aliena.

Condividi quest'articolo su -->

 

 

Quello che successe nel dicembre del 1980 nella foresta inglese di Rendlesham è stato chiamato il Roswell britannico e rappresenta uno dei contatti con presunti alieni più controversi e al tempo stesso misteriosi nella lunga storia degli avvistamenti Ufologici. Un episodio sul quale si continua ancora a discutere e che, a seguito dell’introduzione in Inghilterra della legge per la libertà di informazione nel 2002, è diventato di dominio pubblico a causa della diffusione di alcuni documenti prima segreti.

Su quello che successe tra il 26 e il 28 dicembre dell’80, vicino alle basi militari di Woodbridge e di Bentwaters, il materiale, che si può anche trovare tranquillamente su Internet, non è per la verità chiarissimo ma spesso contraddittorio. Comunque, dall’analisi che abbiamo potuto effettuare sul materiale selezionato, a grandi linee è emerso quanto segue. Nella notte del 26 dicembre, dalla base di Woodbridge, usata dalle truppe americane di stanza in Inghilterra, venne avvistata una strana luce che sembrava sorvolare a bassa quota, quasi rasente il terreno, la vicina foresta di Rendlesham. Le autorità della base decisero di mandare sul posto una pattuglia formata dal sergente James Penniston e dagli avieri John Burroughs ed Edward Cabansag. I tre, giunti sul posto, stando alle dichiarazioni rese in seguito dagli stessi, trovarono una specie di strano velivolo a forma di piramide tronca, appoggiato a terra tramite degli appoggi del tutto simili a quelli del modulo di atterraggio lunare Lem, con una luce rossa intermittente vicino alla sommità e delle luci azzurrognole alla base.

Lo strano oggetto, all’apparenza di metallo, dopo alcuni lunghi istanti si sarebbe librato in aria e allontanato ad una velocità che gli stessi definirono in seguito impossibile. Dai documenti in nostro possesso per la verità ci sono versioni in contrasto che riportano come data dell’incontro con i tre il 27 e cioè il giorno dopo, mentre il 26 ci sarebbe stato solo e soltanto l’avvistamento dalla base. Penniston, adesso un tranquillo signore di mezza età in pensione, riferì di essersi avvicinato, non sappiamo con quale coraggio, al velivolo e di averlo toccato scoprendo che emanava un sorta di calore molto forte. Quel che lascia invece stupiti è che lo stesso, nel momento del contatto, vide, quasi per magia, comparire nella sua mente una successione di zeri e di 1 disposti come un codice binario. La cosa ancora più strana è che tale apparente codice gli sarebbe rimasto perfettamente in mente in ogni suo passaggio, tanto da permettergli, una volta tornato alla base, di scrivere il suo contenuto completo su un blocco notes.

Ma non fu l’unica sola cosa anomala ad attirare quella notte l’attenzione dei tre militari in servizio: infatti, su uno dei lati dell’incredibile velivolo, erano disegnati degli strani segni molto simili a dei geroglifici egizi. Segni, anche questi, riportati dal testimone in questione. La cosa strana è che chiunque può andare a curiosare in internet e vedere questi cosiddetti “glifi”, ma, con sua grande sorpresa, scoprirebbe che ci sono due versioni degli stessi che si differenziano per un particolare neanche tanto secondario: in entrambi viene riportato un triangolo racchiuso in un cerchio con due sfere nere posizionate in modo differente, in una versione una delle due sfere è posizionata più o meno alle ore dieci del cerchio mentre nell’altra versione si trova alle ore 12, mentre in entrambi i casi la seconda è posizionata nell’angolo basso a destra. Gli altri segni sono sostanzialmente uguali ed effettivamente potrebbero ricordare in qualche modo dei geroglifici egizi, ma siamo ovviamente nel campo delle ipotesi. Un particolare che la dice comunque lunga sulla completezza e “accuratezza” delle informazioni in possesso dei ricercatori.

Comunque, tornando al fatto in questione, sembra che il giorno dopo, a questo punto il 27 o il 28 di dicembre, venne mandata sul posto una seconda squadra dotata questa volta di rilevatori di radiazioni. Anche qui ci sono due versioni differenti: secondo una sarebbe stata riscontrata un’effettiva anomalia nel livello radioattivo della zona mentre secondo l’altra fonte nulla di anormale sarebbe stato rivelato. Successivamente una squadra più circoscritta agli ordini del vice comandante della base di Woodbridge il ten.col. Charles Halt che la comandava in sostituzione del comandante colonnello Ted Conrad, andò di nuovo in perlustrazione sul posto e con un contatore Geiger venne rivelato, questa volta, un livello di radiazioni anomalo.

A quel punto, stando alla testimonianza dello stesso colonnello, la squadra avvistò un oggetto luminoso a circa 3-4 metri di altezza più o meno simile a quello avvistato e contattato dai tre soldati il giorno prima. Il suddetto strano oggetto volante si sarebbe ad un certo punto librato verso l’alto dividendosi in 3-5 oggetti più piccoli che sarebbero andati a sorvolare il campo di un contadino che si trovava nei pressi della foresta. Vennero fatte delle foto ma queste, stranamente, risultarono sfocate. Anche qui, per non farci mancare proprio niente, c’è un’altra versione che parla della notizia dell’avvistamento riportata dallo steso Halt al comandante Conrad, questa volta ben presente nella base in questione. Sarebbe poi stato quest’ultimo a decidere di mandare in perlustrazione il suo vice con una quindicina di uomini. Poi lo stesso Halt via radio avrebbe comunicato il suo avvistamento a Conrad.

Ebbene, dopo che sono diventati di dominio pubblico i documenti relativi al misterioso episodio e dopo che è stata condotta un’indagine retrospettiva sull’accaduto da parte del professor David Clark della Sheffield Hallam University, lo stesso Conrad ha affermato che quanto successo in quelle notti è semplicemente stato frutto di un tremendo misunderstanding. Conrad ha anche lanciato accuse ben precise all’indirizzo dello stesso Halt dicendogli di vergognarsi per aver messo in giro voci di un presunto insabbiamento delle autorità. Conrad, in parole povere, ha negato di aver mai visto e verificato l’esattezza di quanto Halt gli aveva testimoniato. Insomma un bel rebus non c’è che dire.

Da una parte tre soldati e un vice comandante di una base americana, difficilmente suggestionabili e in vena di scherzi nei confronti non solo dell’opinione pubblica ma anche dei loro stessi superiori, e dall’altra un comandante che nega tutto a distanza di più di vent’anni. Tornando a Penniston, lo stesso, non essendo per ovvi motivi versato nell’arte della decifrazione di codici o cose del genere, a distanza di anni ha ripreso in mano quel taccuino sul quale era riuscito a riportare quelle strane cifre numeriche e l’ha portato ad un amico informatico perché gli desse un’occhiata e magari provasse a decifrare quel mistero. Alla fine lo stesso informatico dopo innumerevoli tentativi avrebbe scoperto che quei numeri rappresenterebbero un vero e proprio codice binario.

Dopo mesi e mesi di tentativi a vuoto lo stesso consulente sarebbe poi riuscito a tradurre una piccola parte dello stesso codice. Il messaggio…recapitato, è proprio il caso di dirlo, nella mente di Penniston, sarebbe almeno in parte formato dalle seguenti parole: “Esplorazione dell’umanità per l’avanzamento del pianeta. 53 gradi 15 primi N, 10 gradi 08 primi W.” Le strane coordinate, ad un attento esame, sono risultate coincidenti con l’isola Hy Brasil, al largo delle coste dell’Irlanda, scomparsa nei flutti in tempi remoti e la cui esistenza sarebbe stata riportata dal cartografo genovese Angelino Dal Orto e molti secoli prima dallo scrittore-ricercatore latino Plinio il Vecchio.

Questa misteriosa isola potrebbe far sorgere antiche suggestioni atlantidee proprio per la sua ubicazione oltre le colonne d’Ercole e per il fatto di essersi inabissata nelle profondità marine proprio come la leggendaria Atlantide di cui parla Platone. In quest’ottica eventuali alieni potrebbero aver influenzato tale civiltà passata, usandola magari anche come base di appoggio per i loro viaggi interplanetari. L’umanità, se fosse valida questa l’ipotesi degli extraterrestri, sarebbe stata quindi oggetto delle attenzioni di qualcuno più avanzato di noi sia dal punto di vista tecnologico che spirituale, un qualcuno interessato, ancora oggi, a seguire da vicino, ma comunque  in modo discreto, il nostro avanzamento e progresso.

Ora su tutta questa questione non può non sorgere più di un dubbio. Innanzitutto la difformità delle fonti a disposizione che non da le certezze di cui avremmo avuto bisogno. Poi la difformità nelle versioni dell’accaduto tra Conrad e Halt, che ha portato i due a scontrarsi in seguito e a polemizzare in maniera fin troppo evidente. Nel darci qualche dubbio c’è anche l’inverosimiglianza di un codice binario lungo e complesso perfettamente scolpito nella mente del sergente Penniston tanto da permettergli a distanza di qualche ora di riportare il testo completo in ogni suo passaggio su un taccuino. In secondo luogo c’è anche il rapporto tutto da verificare tra lo stesso Penniston e il suo consulente informatico che sarebbe, dopo lungo sforzo, riuscito a decodificare il messaggio guarda caso proprio nella sua parte più importante e cioè quella relativa alla presunta missione degli, a loro volta presunti, alieni.

Resta però il dubbio sul perché i suddetti soldati, compreso il vice comandante, abbiamo potuto pensare di farsi un po’ di pubblicità raccontando in giro una tale bufala, rischiando la loro carriera e la loro reputazione che con quella era collegata. Questo aspetto non è secondario e basterebbe da solo a farci propendere in qualche modo per la veridicità dell’accaduto, insomma stiamo parlando di ex sottufficiali, ex alti ufficiali ed ex militari dell’esercito statunitense, non di burloni in vena di scherzi goliardici e questo è un particolare di non secondaria importanza. E’ anche vero che lo stesso Penniston, in un documentario di History Channel, ha dichiarato di non essere poi così sicuro che quel velivolo possa essere appartenuto a degli alieni e che quindi ci potrebbe essere anche una verità più…nostrana ma altrettanto inquietante: in tal caso che razza di arma era quella descritta così realisticamente dai soldati in questione ma soprattutto a cosa serviva? Rimaniamo a questo punto in attesa di eventuali prossime rivelazioni a riguardo, ben sapendo che spesso e volentieri, anche se non sempre, dietro gli Ufo potrebbero nascondersi ben più pericolose operazioni coperte dal segreto militare: certe volte la soluzione degli alieni potrebbe essere quella decisamente più intrigante ma anche, tutto sommato…più tranquillizzante. 

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Gobekli Tepe: il tempio in Turchia che risale a 10.000 anni fa

La storia dell’archeologia è costellata da reperti e ritrovamenti che potremmo definire “fuori tempo” e …