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Vice Italia, una rivista radical che disprezza il popolo

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Si chiama Vice (si pronuncia Vais) ed è una rivista che sta spopolando anche in Italia.

Spopolare però forse non è la parola più consona per descrivere un rotocalco che, almeno nella sua versione italiana, sembra non gradire molto ciò che proviene genuinamente dal basso.

Una multinazionale dell’informazione ossessionata dalle minoranze

La casa madre di Vice nasce in Canada nel lontano 1994 per poi espandersi in ben altre 29 sedi in tutto il mondo, tra cui l’Italia. Una vera e propria multinazionale dell’informazione che, per l’appunto, mantiene un’ideologia di fondo tipica delle aziende transnazionali. Globalista, liberista e con uno spiccato interesse per la difesa dei diritti civili delle minoranze. Passione che nella versione di Vice Italia si è tramutata nel tempo in articoli volti a descrivere minuziosamente le strambe abitudini dello 0,000001% della popolazione.

Scorrendo le pagine di Vice Italia è possibile così scoprire interessantissimi editoriali sul numero di rutti emessi da una drag queen negli anni bisestili, come essere finalmente svelate le usanze culinarie di un pansessuale dopo un rapporto non protetto durante la luna piena. Ecco la rivista avrebbe così conquistato i caratteri di un lavoro grottesco quasi comico, se non che, in mezzo a questo sincretismo identitario un po’ folkloristico e trash, ogni tanto si scova qualche goffissimo tentativo di analisi politica e sociale dell’Italia. Ed è qua che si puo’ finalmente scorgere il loro vero animo, fino ad allora nascosto in questa fine nuvola progressista, ma che in realtà appartiene al più retrogrado dei conservatori.

Il disprezzo di Vice per il popolo

La troupe di Vice è andata per esempio ad esplorare alcuni ritrovi organizzati dalla Lega Nord e dal Movimento 5 Stelle. Nei servizi mandati in rete, il giornalista di Vice, scimmiottando un format già ampiamente sviscerato dalle Iene, pesca in mezzo alla folla i soggetti più coloriti dei raduni per intervistarli. L’obiettivo che emerge chiaramente è quello di rendere ridicolo l’intervistato agli occhi dello spettatore e di conseguenza allargare il giudizio negativo su tutta la folla che partecipa ai raduni. Non sono invero ancora pervenuti analoghi servizi ai raduni di Forza Italia o Scelta Civica (guarda caso).

Gli elettori di Lega Nord e 5 Stelle non suscitano simpatia alla redazione di Vice Italia che in un recente articolo ha tentato di elencare “i punti più ridicoli della bozza di contratto” tra i due movimenti. L’articolo, se così si può chiamare, cerca goffamente di affrontare temi visibilmente troppo lontani dalle lacunose conoscenze dell’autore, ma non è questa la sede per dare lezioni di storia economica al “collega” di Vice Italia. Si sottolinea invece l’assoluto disprezzo per quella che è la volontà popolare, brutalmente ridicolizzata

Se Vice Italia dovesse malauguratamente trovarsi a riscrivere i Promessi Sposi, racconterebbe la storia secondo gli occhi di Don Rodrigo, dileggiando quei plebei ignoranti di Renzo e Lucia che con il loro irresponsabile libero arbitrio avrebbero provato a sovvertire lo status quo di persone ben più colte e responsabili. Con nostra fortuna il Manzoni ha anticipato di qualche secolo Vice Italia regalandoci un’opera moderna che molti faticano a comprendere. Renzo e Lucia sarebbero oggi infatti degli analfabeti funzionali che con l’aiuto di un frate populista starebbero provando a mandare in crisi la stabilità di un sistema costituito e diventerebbero i ridicoli protagonisti di un servizio di Vice Italia.

di Gabriele Tebaldi

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