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UE: il vero fardello sulle spalle delle generazioni future

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L’UE, con i suoi cavilli ed i suoi paletti, le sue astrusità e le sue disfunzionalità, è il vero fardello che pesa come una zavorra sulle spalle delle future generazioni.

Autore: Gilberto Trombetta

Sono quasi 30 anni che stiamo rubando il futuro alle generazioni future. Da quando cioè, firmato il trattato di Maasticht ed entranti nella UE, siamo in avanzo primario. 1.043 miliardi che lo Stato ci ha sottratto dal 92 a oggi per soddisfare le richieste lacrime e sangue della UE.

Solo tra il 2000 e il 2018, l’Italia ha dovuto dare 150,22 miliardi di euro alla UE: 91,997 miliardi di contributi netti e 58,231 tra contributo al MES, al fondo EFSF e prestiti bilaterali.

Siamo stati costretti a tagliare la spesa pubblica selvaggiamente per far fronte al pizzo unionista. Compresa quella per la sanità.

Non è un caso se mentre pagavamo quei 150 miliardi alla UE, abbiamo tagliato il numero di ospedali del 14,6% (da 1.165 a 1000).

Abbiamo tagliato il numero di posti letto del 31,9%, riducendoli dai 4,7 per 1000 abitanti del 2000 ai 3,2 del 2017. Tra il 2010 e il 2018 abbiamo tagliato il personale sanitario a tempo indeterminato di 42.888 unità, una riduzione del 6,2%. In alcune Regioni il taglio complessivo è stato del 16,3%.

Il rapporto di infermieri per 1.000 abitanti è di 6,5 contro gli 8,4 della media europea e i 12,9 della Germania. Ce ne mancano almeno 53.000.

Realizzare un ospedale da circa 400 posti letto completo di tutte le apparecchiature necessarie costa circa 104,79 milioni di euro. Il costo lordo medio per retribuire un anno un medico non alle prime armi è di circa 67.200 euro. Quello per un infermiere è di 26.400 euro.

Vuol dire che senza il pizzo unionista da pagare, tra il 2000 e il 2018, avremmo potuto costruire 500 ospedali dotandoli delle più moderne attrezzature (per 52,39 miliardi di euro). Assumere 10.000 medici (per 12,09 miliardi). Assumere 50.000 infermieri (per 23,76 miliardi).

Sarebbero avanzati, dal pizzo non pagato, 61,98 miliardi di euro.

Abbastanza per togliere la concessione ai Benetton e nazionalizzare Autostrade. Abbastanza per nazionalizzare l’ILVA. Abbastanza per nazionalizzare Alitalia. Avremmo i soldi per far fronte non solo alla crisi sanitaria, ma anche a quella economica.

Invece abbiamo per l’ennesima volta un Governo che si presenta col cappello in mano dagli strozzini unionisti per elemosinare le briciole.

L’ennesimo risibile zerovirgola di sforamento. Una manciata di miliardi di euro. Quando ce ne servirebbero decine di miliardi. Centinaia.

Ecco. Il vero furto che stiamo facendo alle nuove generazioni è questo nell’UE. È la carenza di lavoro, di salari dignitosi, di ospedali, medici e infermieri. Il futuro – a noi e alla prossime generazioni – lo stanno rubando 30 anni di avanzi primari in nome delle politiche di austerità imposte dall’UE e dai nostri politici al grido de “Ce lo chiede l’Europa!”.

Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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