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Sulle foibe La Stampa sta con la Slovenia

In foto esuli istriani partiti in fretta e furia per fuggire dalle persecuzioni dei comunisti slavi

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La recente commemorazione per le vittime delle foibe sta riesumando ataviche rivalità etniche, nonché improbabili dispute territoriali. 

Abbiamo già scritto su queste pagine come Croazia e Slovenia si siano risentite per quelle che erano delle semplici parole di rito, pronunciate da Antonio Tajani, estrapolate da un più ampio contesto.

“Viva l’Istria e la Dalmazia italiane”

era un chiarissimo riferimento alle minoranze italiane che hanno vissuto i momenti drammatici dell’esodo istriano, causato dall’eccidio del comunismo sloveno.

La stampa mainstream sta con gli infoibatori?

Ora però è intervenuta la Busiarda (il simpatico soprannome che i torinesi riservano alla Stampa) per dare voce alle bizzarre rivendicazioni etnico-territoriali dei nostri cugini balcanici. Usciva ieri sulle pagine del quotidiano torinese un articolo a firma Niccolò Zancan che già nel titolo svela la chiara, e partigiana, narrativa voluta conferire alla vicenda.

A Nova Gorica, la città che supera i confini, “Così l’Italia riapre le ferite del fascismo”

Il pezzo contiene gli interventi del sindaco sloveno di Nova Gorica, Klemen Miklavic, e del console sloveno a Trieste, Vojko Volk. L’articolista della Stampa non ha invece voluto inserire quello che sarebbe dovuto essere un legittimo intervento di contraddittorio da parte italiana. Il risultato è così un articolo completamente a senso unico in cui il sindaco di Nova Gorica, definito candidamente come ex ricercatore universitario, arriva a chiedere addirittura tramite lettera al Parlamento Ue le dimissioni di Antonio Tajani da Presidente.

Come abbiamo già scritto, le accuse sono pretestuose e non tengono conto della già avvenuta replica del Presidente del Parlamento Ue che ha ribadito l’estrapolazione delle sue affermazioni. Strano quindi che un giornale come La Stampa dia aria ad accuse basate sul nulla.

Giustificare le foibe? In Slovenia lo fanno ancora

Nell’articolo emerge poi un altro aspetto da far accapponare la pelle. Si legge infatti:

“Nessuno nega l’atrocità delle foibe. Ma non si può toglierla dal contesto. Le ingiustizie sono nate dalle ingiustizie”.

L’evocativa vignetta di Krancic

Un concetto pregno del più disincantato giustificazionismo. Il ragionamento del sindaco di Nova Gorica, che sembra essere appoggiato in toto anche dal giornalista italiano, è poi antistorico. Secondo il primo cittadino le foibe sarebbero una semplice (e forse legittima?) reazione rispetto a violenze precedentemente subite. Il sindaco sloveno si dimentica però di sottolineare come la grande maggioranza degli infoibati italiani non avesse alcun tipo di legame con il regime fascista, considerato come presunto responsabile dell’invasione della penisola balcanica.

Le foibe sono state quindi una vergognosa vendetta contro innocenti, sfociata, in quella che il Ministro Salvini ha definito, non a torto, “pulizia etnica”. Se usassimo lo stesso metro di ragionamento del sindaco sloveno, e della penna della Stampa, dovremmo allora giustificare la stessa aggressione tedesca del ’39 alla Polonia come semplice frutto delle ingiustizie di Versailles, potremmo poi giustificare le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki (in molti già lo fanno) come legittima reazione all’imperialismo giapponese e, perché no, sminuire la crudeltà dei gulag sovietici perché in fondo i dissidenti russi se l’erano cercata.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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