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Imprevisti di redazione

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Questo fine settimana Elzeviro ha pubblicato meno articoli del solito. Le visualizzazioni non sono state penalizzate: ormai abbiamo uno zoccolo duro di fedeli lettori, ma ci tengo a spiegare il motivo di questa scarsa produttività.

Il nostro prode Gabriele Tebaldi, impavido collaboratore, sabato mi ha mandato una bozza di articolo, chiedendomi di modificarlo perché era scritto di fretta e quindi di dargli un’occhiata prima della pubblicazione. Tutto nella norma.

Già da giorni il Tebaldi diceva a me ed alla collaboratrice Elena Ferrero di avere intrapreso una nuova conoscenza con un giovane Rom. Tra un dire e un non dire ero riuscito ad intendere che egli avesse in un certo senso rivalutato la comunità nomade torinese, dopo che siamo stati insieme nel fatiscente campo rom Lungo Stura Lazio, dopo che abbiamo scritto per anni contro il campo, contro i politici che lo proteggono, contro le istituzioni pavide che non tagliano luce e gas, contro quelli che fanno saltare la fila agli zingari per la fruizione delle case popolari, contro le associazioni che proteggono questa situazione assurda.

Quando mi sono accinto a correggere la bozza del Tebaldi mi sono trovato di fronte questo articolo: 

 

Esploriamo il mondo rom con un ex lavavetri e parcheggiatore

Nell’immaginario collettivo sono ormai diventati lo stereotipo dei “cattivi”. Brutti, sporchi e ladri: così la società italiana tende ad identificare le comunità rom presenti ormai da più di vent’anni sul nostro territorio. Le guerre nei Balcani di inizio anni ’90, combattute anche con le nostre bombe, hanno causato l’esodo di centinaia di migliaia di persone, tra cui appunto le comunità sinti e rom. A Torino sono vivacemente presenti, eppure la cronaca riesce a dare solo spazio alla ristrettissima minoranza di loro che commette furti e ruberie (come se certi italiani non lo facessero d’altronde). Ci è pervenuta la testimonianza diretta di un esponente della fiera comunità nomade torinese. Petru, nome di fantasia, è un ragazzo come tanti altri, un 25enne pieno di sogni e di aspettative. Anche lui da piccolo sognava di fare il calciatore e anche lui adesso sta soffrendo per amore (un’italiana che si nega, chissà forse per pregiudizio?). Petru ci ha resi partecipi delle sue esperienze di vita, prima costretto come lavavetri al semaforo che c’è tra Corso Vittorio e Corso Ferrucci, poi parcheggiatore abusivo all’ospedale Maria Vittoria. Sia con il gelo invernale che con il caldo torrido estivo del capoluogo piemontese, Petru racimolava quanto gli bastava per sopravvivere; una vita non degna per un essere umano. Con un’amichevole chiacchierata di qualche minuto Petru è riuscito a far cadere tutti i pregiudizi che avevamo creato su questa comunità vivace e folkloristica, ricca per storia e tradizioni, una comunità che ora chiede a gran voce i suoi diritti. Diritto di voto, diritto a una casa, diritto all’integrazione: sono queste le richieste della comunità rom, ormai di casa nel capoluogo sabaudo. Come può un essere umano maggiorenne, nel pieno delle sue facoltà mentali, conoscitore della lingua italiana, essere escluso dai più fondamentali diritti civili? Ancora non sappiamo risponderci.

Sulle prime, confesso di aver provato un’ondata di euforica ed incontrollabile incazzatura. Spero di non essere stato sottoposto ad intercettazioni, quella sera… Lo scherzo, perchè naturalmente di tale si trattava, è proseguito con lui che voleva farmi credere di essere finito nel campo rom ed ammogliato forzosamente con una minorenne. Alla fine la goliardata era troppo grossa, ma il pazzo del nostro amico mi ha fatto perfino andare a casa sua dove mi aveva detto di avere appuntamento con uno dei testimoni del “matrimonio” e dove si è fatto trovare, porte spalancate, riverso sul pavimento con un candelabro rovesciato a fianco. A quel punto gli ho tirato un calcio e ho scritto questi due articoli, che vi consiglio per farvi un’idea della immutata linea editoriale maggioritaria su questo foglio elettronico: 

– Rapiscono due cani: a processo due fratelli rom

– Il prete si difende dai rom: “falliti i percorsi di integrazione”, e chiede l’aiuto dei vigilantes.

freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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