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I radicali vincono contro il 41 bis: ora l’Europa vuole pene meno severe per i mafiosi

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L’Europa ha imposto all’Italia anche questo: rendere temporaneo l’ergastolo.

di Maurizio Blondet

Ai primi di ottobre la Corte Europea per i Diritti Umani, a Strasburgo, ha accolto definitivamente il ricorso di un mafioso pluriomicida –  Marcello Viola, boss calabrese della ‘ndrina di Taurianova: quattro ergastoli per plurimi omicidi, occultamento di cadavere, sequestro di persona e detenzione di armi, e  mai dissociatosi  –   ed  ha imposto allo Stato italiano di concedere anche a lui i  benefici (permessi premio, libertà condizionale, lavoro esterno, misure alternative alla detenzione) che rammolliscono il cosiddetto ergastolo ai semplici ergastolani.

Il trattamento durissimo (41 bis) fu voluto dal giudice Falcone per quei capi mafiosi non solo particolarmente efferati e che hanno commesso stragi, ma che non avevano mai voluto collaborare con la giustizia. Adesso, secondo la Corte  Europea, questo, l’ergastolo “ostativo”, viola l’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani, quello che disciplina come nessuno possa “essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Il giudice Giovanni Falcone

Con questa pronuncia

una dozzina di ergastolani stragisti assoggettati all’ergastolo ostativo possono fare ricorso e ottenere anche risarcimenti dallo Stato.

Il giorno dopo la sentenza, m’è capitato di sentire, su Radio Radicale,  gli esponenti di questo partito complimentarsi con la loro militante, e deputata ed attivista Elisabetta Zamparutti per questa vittoria. La Zamparutti stessa si vantava di essere stata la attiva promotrice di questa sentenza di Strasburgo, nella sua veste di membro di spicco del “Comitato Europeo contro la Tortura” (CPT), messa a quel posto dal PD; lei stessa si gloriava del “successo della sentenza Viola contro Italia”, e di aver richiamato l’attenzione della UE  “con la visita ad hoc quest’anno del CPT sul 41 bis e l’isolamento”.

E mentre se ne vantava

la Zamparutti e l’intera radio radicale si scagliava contro il nuovo Ministro della giustizia, Bonafede, che non l’aveva riconfermata come membro italiano del CPT: una “punizione”, disse lei “per il lavoro” che  svolge quotidianamente in quelle sedi a realizzare il programma radicale.

Considero – spiegò – una medaglia al mio valore e al valore delle cose che ho fatto per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e l’isolamento, la decisione del governo italiano di non confermarmi nel secondo mandato al Comitato europeo per la prevenzione della tortura.

Abbiamo dunque qui un altro caso del partito del 2-3 per cento, il radicale, che metodicamente ha realizzato  ogni punto del suo programma e lo impone al resto degli italiani che continuano a non votarlo, attraverso il sistematico inserimento dei suoi militanti in altri partiti, e l’infiltrazione dei suoi attivisti in posizioni-chiave dove,  all’insaputa dell’opinione pubblica, fanno dare forza di legge (“europea”) ai punti del loro programma, dall’aborto alla droga depenalizzata al suicidio assistito fino all’eutanasia.

Ciò sempre dietro le quinte

e con scientifica determinazione di imporre la propria ideologia del 3% al restante 97% ignaro. Non è nemmeno il caso di  invocare qui il “gioco democratico” calpestato in modo deliberato e ricorrente; di predicare  che questioni così gravi per le conseguenze sociali dovrebbero almeno essere discusse apertamente nell’agorà.

I radicali hanno sempre usato questo metodo, con una organizzata  metodicità  di cui vorrei sottolineare solo questo: la slealtà profonda  verso l’Italia,  il disprezzo radicale verso i compatrioti, che questo gruppuscolo di jihadisti dell’immoralismo non ha alcuno scrupolo di ingannare e strumentalizzare.

Dico di più. Non posso nemmeno immaginare un tedesco o francese, uno spagnolo o un finlandese che, membro del Comitato contro la Tortura (CPT),  segnali al tribunale europeo il suo stesso Stato, ed attivamente agisca per la sua condanna come stato-torturatore, vantandosene ed esultandone poi  – e  strillando quando non viene riconfermata. Solo una italiana può fare questo.

Marco Pannella nella sede di Radio Radicale

Vedo dai comunicati radicali

che “ il Comitato stesso abbia espresso parere positivo sulla sua nomina”,  e deplorato che “Il governo italiano  abbia preferito non confermarla”.  Per forza: dove lo trovano, gli altri europei, uno che faccia delazioni contro la sua propria nazione?

Avete mai visto un francese del detto Comitato presentare alla Corte per i Diritti Umani una delazione sulla repressione sanguinaria che il governo francese sta facendo contro i suoi concittadini in protesta, pestandoli e mutilandoli, cavando loro gli occhi e mettendoli in galera con giudizi sommari? Avete mai  visto un tedesco sollevare presso la Corte il trattamento disumano e crudele che la Germania, attraverso la UE, ha voluto applicare all’intera popolazione greca, fino a favorirne  l’estinzione?

No, ma invece abbiamo un’italiana che accusa  il proprio Stato di non trattare con i guanti i suoi capi-bastone pluriomicidi giustamente condannati, fedele solo alla sua fanatica ideologia espressa nel programma radicale come “nessuno tocchi Caino”.

Allo straniero

che ha ben altri delitti da nascondere, non sembra vero di tenersi nel suo seno un’italiana così, che fa condannare l’Italia per “tortura” (e non Macron) e “trattamento inumano”  (e non la Merkel, Juncker e Moscovici  e gli altri massacratori dei greci).

Come risonanza  di questa azione radicale continua, l’estate scorsa l’Italia è stata accusata di “violazione dei diritti umani” a danno dei “migranti” dalle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite dove siedono l’Arabia Saudita, gli Stati Uniti che la tortura, vera e propria, la praticano a Guantanamo ed in Iraq e in Afghanistan, e dove siede indisturbata Israele che tortura i prigionieri palestinesi in modo orrendo e documentato.

Loro, gli stranieri, sono contenti di tenere presso di sé nelle sedi adatte, un’italiana così  –  il che non significa che guardino alla Zamparutti come a un’eroina dei principi morali più alti. La vedono nella figura ricorrente dell’Italiano che chiama lo straniero per vincere il proprio nemico interno, il compatriota. Verso cui non prova alcuna lealtà e  rispetto, nessun obbligo –  ma solo la pretesa di farsi stipendiare: perché non solo radio radicale è pagata dai contribuenti che non votano il partito di Pannella, ma nelle cariche dietro le quinte in cui i loro attivisti attuano il programma radicale, sono stipendiati. Pretendono, anzi ottengono, di farsi stipendiare dalla patria mentre la danneggiano.

Da quale mentalità nasce questa slealtà

come carattere italiano, storicamente irrimediabile e incurabile? Giorni fa abbiamo avuto la (moderata) sorpresa di apprendere che per Enrico Letta  –   che si auto-incensa come “Preside della Paris  School  of International Affairs, membro dell’APSIA,  del Delors Institute, ed ex primo ministro italiano –  Claudio imperatore (10 a.C. – 54 d.C.) era “il primo imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie”  perché, in una mostra che è in corso all’Ara Pacis, il grande docente aveva scoperto, evidentemente da una didascalia letta alla mostra, che era nato a Lione. Lugdunm, allora.

 

Altri hanno già rilevato l’ignoranza abissale, la falla di cultura generale accessibile dalle scuole medie, che rivela questo europeista cui Macron ha dato una cattedra alla Sorbona.

Io mi limito a sottolineare ciò che ha spinto irresistibilmente l’ignorante a rivelare la sua ignoranza. Sta nella frase : ah “quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare…”.

Insomma ha ceduto alla voglia incoercibile

di esprimere il suo odio di parte verso i compatrioti non-accoglientisti, prendendo qualunque spunto anche il più campato in aria: voglia di sputare su, che so, Salvini e gli italiani che lo votano.

Una libido sputandi da cui nasce la libido serviendi lo straniero di questi insigniti di legion d’honneurs, la libido prodendi ne viene di conseguenza.  Sottolineerei  il senso di “Libido”: la libidine è lussuria, impulso primordiale, che esige soddisfazione ad ogni costo e immediata. Anche di fare di Claudio un “imperatore straniero”, per avere la scusa  poter sputacchiare i compatrioti sconfitti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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