Il tema di oggi è la sfida tra i sostenitori e gli oppositori delle misure anti Covid.
Di Paolo Desogus
Idealmente, dovremmo far parte del primo fronte, visto che non crediamo affatto che quella del coronavirus sia una barzelletta inventata da poteri occulti per impoverire l’Italia. E tuttavia non riusciamo a prendere parte alla contesa.
In parte perché il fronte degli oppositori è praticamente inesistente.
Sono quattro gatti. Anche la loro manifestazione di oggi è stata un flop totale. Si illudono di esistere perché molti di loro popolano il web, sono rumorosi e sono ben sponsorizzati da chi li critica.
Si fa però molta fatica a stare con i sostenitori delle misure anti Covid. Come si può stare dalla stessa parte di gente come Zingaretti? Di uno che all’inizio della pandemia faceva coppia con Sala con lo slogan l’Italia non si ferma? Ora straparla di “negazionismo” là dove – per usare il suo linguaggio becero e ignorante – il primo negazionista… era proprio lui.
C’è però dell’altro.
La contesa tra sostenitori e oppositori delle misure anti Covid mi pare che abbia più a che fare con l’estetica che con la politica.
Basta fare un giro per le strade per accorgersi che non c’è alcun rispetto delle norme elementari di sicurezza.
A Bologna, regno del partito di Zingaretti in cui mi trovo oggi, le strade del centro sono quotidianamente invase da masse di giovani e meno giovani senza mascherina e incuranti del distanziamento.
Le prediche di Zingaretti, il cui partito è al governo, non hanno alcun seguito pratico.
E non ce l’hanno perché svolgono la mera funzione di distintivo, di etichetta da esporre nell’eterna campagna elettorale italiana, in cui il Pd gioca il ruolo del partito della buona creanza, del rispetto delle regole, della gente educata e scolarizzata.
Non possiamo dirlo con certezza, perché non conosciamo bene quella realtà, ma anche nel fronte degli oppositori l’elemento che determina la posizione contro le misure di distanziamento mi pare abbia più a che fare con l’estetica che con la politica.
Gridare al complotto o straparlare di dittatura sanitaria, quando in realtà il governo sta facendo pochissimo per far rispettare le stesse norme che ha imposto, è del tutto privo di senso nella realtà quotidiana.
Ne ha invece nella realtà virtuale dei social, in cui si autoraporesenta se stessi e si costruisce la propria personale identità anche sulla base di quello che le circostanze mediatiche offrono.
Molti – non tutti è ovvio – di quelli che rifiutano il Covid e ne negano la pericolosità pare che intendano esprimere un malessere più generale, una incapacità di aderire ai modelli culturali dominanti come quello ipocrita della buona creanza offerto dal Pd e dall’apparato mediatico mainstream. Il loro è un volersi trarre fuori, è un tentativo di uscire dall’anonimato politico e sociale.
Ciò detto, indossate la mascherina, fatelo per voi, per i vostri cari e per la comunità in cui viviamo.