Forse non tutti lo sanno ma la città di Mantova è forse il comune più partigiano e demagogico della nazione. La Giunta che governa da otto anni la storica città della bassa Lombardia è caratterizzata da un sindaco dichiaratamente di sinistra appartenente al PD, tal Mattia Palazzi. Incominciamo subito con il dire che i colori preferiti dalla popolazione radical chic e da chi questa ha scelto di essere governata sono quelli dell’arcobaleno più pacchiano e partigiano possibile. Siamo al trionfo del verde-rosso sfacciato in quella che sembra essere “un’isola felice” che si trova però a dover fare i conti con un governo che più distante dalle sue idee non si può.
Basta passeggiare per le sue vie per rendersi conto di quanto le utopie dei verdi più estremi qui abbiano trovato il loro più naturale ricetto. Le strade sembrano essere quelle di una città africana non tanto per l’abbondanza di immigrati che si possono incontrare ad ogni piè sospinto quanto per l’incredibile e infestante quantità di alberi che vanno a confondersi in un tutt’uno esotico quanto inutile ammasso di verde con le enormi piante erette in giardinetti condominiali di 2 metri per 3.
Le conseguenze di tale esagerata estensione piantifera le possono in primo luogo assaporare gli automobilisti le cui macchine parcheggiate sotto questa foresta vergine si ritrovano con la vernice corrosa dalle quantità industriali di resina che la macchia amazzonica rilascia ogni ora. Per non parlare del rischio, accentuato dalle condizioni climatiche, di vedersi cadere in testa un albero con tutte le conseguenze del caso come quella che successe qualche anno fa nel quartiere “Due Pini” con una donna, madre di famiglia, uccisa sul colpo dalla caduta di un pioppo. Ma tutto questo in nome del politicamente corretto a molti mantovani sembra non disturbare più di tanto.
E che dire delle “allegre carnevalate” tipo il recente Gay Pride che in nome del “tutto è sacro, tutto è permesso” ha mandato in tilt una città intera, creando terribili ingorghi di auto, caos e paralisi della viabilità per la serie tanto pagano i soliti cittadini “contenti e felici” vogliosi di pagare salato quanto il sindaco concede loro dall’alto della sua benevolenza. Se non ve ne siete accorti siamo tornati al “panem et circenses” di romana memoria. Ma va bene così perché qui, come nel paese dei balocchi di collodiana memoria tutto è concesso in nome dell’arcobalenismo a tutto tondo.
Come ciliegina sulla torta non poteva mancare la “pastasciutta antifascista” organizzata in maniera entusiastica alla bocciofila vicino al Palazzo Te dalla Cgil, dall’Arci, dall’Anpi, dall’organizzazione Mantova per la Pace e dall’Arci Gay per la serie…tutto quanto fa spettacolo. Ecchissenefrega se di “pericoli” fascisti da ottant’anni non ci sia neanche più l’ombra se non quella della miriade di inutili piante della città. Ma ovviamente sappiamo quanto alla sinistra, rimasta con il cerino in mano alle ultime elezioni, bruci il fatto che a governare il paese ci sia la loro nemica acerrima Giorgia Meloni. E quindi come consolarsi se non con enormi e fagottose…anguriate e “na magnada a boca piena” per la “festa de’ noantri” rinverdita, è proprio il caso di dirlo, dalle soavi note de “la bandiera rossa trionferà” sulle piante pubbliche della città. E tuti i se strafogà content dal lor sindac.