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I gendarmi francesi sono dei delinquenti in Italia?

Scarpe inadatte ai valichi montani, abbandonate da migranti in fuga verso la Francia. Molti ce la fanno, alcuni muoiono durante il tragitto, altri vengono riscaricati in Italia dalla Gendarmeria.

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Al confine tra Francia e Italia gli incidenti che sono accaduti sono casi isolati e me ne rammarico profondamente.
Ho avuto una discussione con Conte su questo tema. In primo luogo è contento che Francia e Italia rispettino i trattati bilaterali che le legano, che è esattamente ciò che facciamo al confine italiano. Abbiamo un trattato bilaterale che viene rispettato scrupolosamente. Noi teniamo a che sia rispettato.

Così Emmanuel Macron riesce a contraddirsi in una dichiarazione,

interpellato sui recenti sconfinamenti della Gendarmeria francese, che si è permessa di condurre operazioni di polizia in territorio italiano. Gendarmeria che ha perfino chiesto di favorire i documenti ad un giornalista italiano in Piemonte, che stava documentando il viavai di camionette della Gendarmeria a Bardonecchia. Ebbene, se vi sono stati incidenti, e ve ne sono stati molti, ultimamente, il trattato bilaterale è evidente che non venga rispettato scrupolosamente.

Ogni volta che la Gendarmeria effettua controlli su territorio italiano, sul treno Bardonecchia Modane, al di qua del confine, alla stazione di Bardonecchia (addirittura i test delle urine fatti agli immigrati, in Italia) o quando, come accaduto in settimana, i gendarmi scaricano come barili degli immigrati subsahariani arrivati da chissà dove, e passati per chissà dove (dall’Italia, siamo sicuri?), in territorio italiano, la situazione, decisamente sfuggita di mano, si deteriora ulteriormente.

Questi sono stati scaricati in una zona boschiva nei pressi di Clavière (Torino), ma l’azione è stata documentata dalla Digos. La Francia, interpellata, ha difeso in modo raffazzonato i suoi gendarmi con un semplice “scusate, i gendarmi non conoscevano il luogo”. Delle scuse che non sono certo sufficienti e che semmai ampliano il dubbio sul fatto che tale pratica sia ormai un’abitudine che non lascia troppi scampoli di dubbio.

La Gendarmeria,

prima di oltrepassare il confine, armata, deve necessariamente chiedere il permesso alle forze dell’Ordine del nostro paese, altrimenti si tratta di cittadini stranieri armati e quindi potenzialmente pericolosi che dovrebbero essere arrestati dalle nostre forze dell’ordine. Cosa che non ha fatto quando ha scaricato dei migranti in territorio italiano, pertanto la Procura dovrebbe indagare i gendarmi altresì per sfruttamento dell’immigrazione clandestina, oltreché per detenzione illegale di arma ed esercizio illegale di funzioni di polizia.

Questo ultimo accadimento dello scarico di migranti nei boschi di Clavière va a rendere più tesa una situazione, quella del confine italo-francese, che da anni ormai ciclicamente si surriscalda.

Se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso. Siamo pronti a difendere l’onore e la dignità del nostro Paese in ogni sede e a tutti i livelli. Pretendiamo chiarezza, soprattutto da chi ci fa la predica ogni giorno, e non guarderemo in faccia a nessuno

Queste sono le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Salvini in merito alla vicenda.

Nel frattempo il Premier Conte,

impegnato A Bruxelles per la riunione Consiglio europeo, dovrà chiedere conto a Macron di queste questioni e, dal canto dell’immigrazione, del sospetto interventismo in Libia dei Francesi.

Il territorio libico

è strategico per la gestione dei flussi migratori verso l’Italia e pertanto ivi il Belpaese ha i suoi primari interessi in Africa, ma all’estero in generale. Le azioni di Macron, che non supporta (se non di facciata) il generale Haftar nonostante la decisione dell’ONU a favore del Consiglio di transizione dal generale presieduto, sono divisive del paese libico tra Cirenaica, Fezzan e Tripolitania, anziché foriere di un’unità che sola potrebbe portare pace nel paese. La Francia si adopera contro ad una transizione verso la stabilità, con azioni che appaiono interessate e pertanto si auspica un presto chiarimento ed un accordo tra Parigi e Roma, i due paesi più interessati alla transizione politica di Tripoli.

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