Gli Usa hanno sempre fatto come proprio obiettivo l’ingerenza aggressiva in quelli che sono affari altrui.
Nonostante la storia abbia dato al popolo d’oltreoceano un’aurea salvifica, gli Usa hanno sempre agito, anzi si sono sempre intromessi, per pure finalità calcolatrici.
Nessun ideale democratico e di pacificazione tra i popoli è mai stato motore delle loro intenzioni; così dopo aver lucrato sulle ricostruzioni delle due guerre più europee che mondiali, hanno incatenato al proprio volere le vecchie glorie del nostro continente.
Mentre l’Onu da una parte vincola i Paesi secondo finalità morali mai espresse sul campo, la Nato dall’altra obbliga i Paesi aderenti a fare da “ponte levatoio” per gli interessi militari, che poi diventano economici, degli Usa.
Le operazioni di pace, ma che in realtà sono di guerra, hanno, come spesso accade, il suolo italiano come punto d’appoggio.
Oggetto di contenzioso delle ultime giornate è stata la base Usa di Niscemi, Sicilia, verso la quale sono stati trasportati i sistemi satellitari denominati Muos. Si tratta di un sistema di comunicazione ad altissima frequenza, in grado di integrare forze navali aeree e terrestri.
Servirà anche questo per portare la pace?
In ogni caso i Muos hanno un altissimo livello di emissione di onde elettromagnetiche, le quali potrebbero creare danni fisici alla popolazione siciliana, oltre ai danni naturali che verrebbero a verificarsi nel vicinissimo e stupendo Parco naturale.
La protesta ovviamente c’è stata e si è fatta sentire fino a Trapani, peccato che il malcontento sia sopraggiunto solo dal movimento anarchico.
E’ necessario avere una visione politica fortemente anti sistema per voler legittimare il principio dell’autodeterminazione dei popoli e della non ingerenza negli affari altrui?
Urge riconsiderare accordi stipulati in fretta e furia e dettati dalla paura più che dal buon senso ed occorre rivalutare l’utilità che ad oggi ci garantisce questa sub-partnership con gli Stati Uniti.