Ora per Fassino c’è poco da esultare |
TORINO – Giochi di potere, inciuci e quant’altro caratterizzano i piani alti della gestione comunale torinese.
Altro che Natale e nuova era annunciata dai Maya, qua ci troviamo di fronte ad un buco nero che ha poco di spaziale e molto di reale, quello della cassa del capoluogo piemontese. 5,3 miliardi di euro di debito, una cifra pazzesca, che ha dell’anormale e porta con sé un elenco di domande cui nessuno sa dare risposta.
Certo è che la precedente e tanto osannata gestione Chiamparino ha contribuito se non alla metà, almeno a 2/5 di questa cifra paperonica. Ma chi sta per pagare oggi questo disastro economico non è l'”eroe” delle Olimpiadi, ma l’attuale Sindaco Piero Fassino, che dopo più di un anno e mezzo di incarico si è accorto del gigantesco meno del bilancio cittadino ed è corso ai ripari, o almeno ci sta provando.
Stranamente Fassino non si è rivolto alla Compagnia San Paolo, alla cui presidenza vi è ora colui che al debito ha contribuito eccome ( Chiamparino), bensì alla Fondazione Crt, dove “stranamente” alla presidenza vi è stato appena nominato Antonio Marocco, il notaio di casa Agnelli per intenderci, voluto a tutti i costi da Fassino stesso. Incredibile coincidenza? Oppure sagace fiuto fuoriuscito per aver salva la pelle?
Sta di fatto che il Sindaco è a grosso rischio di commissariamento, ma chissà che quest'”operazione San Gennaro” non porti sollievo al primo cittadino e forse anche al bilancio comunale.
di Gabriele Tebaldi