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Bolzano polemizza sulle celebrazioni per la Grande Guerra

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La presidenza del Consiglio dei ministri, quindi Renzi, ha diramato una nota con la quale si invitano tutti gli enti pubblici a esporre la bandiera italiana insieme a quella europea in occasione del centenario dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra (24 maggio 1915- 24 maggio 2015).

Renzi decide così di accostare il tricolore, simbolo del sacrificio di persone comuni cadute in nome della Patria, alla bandiera dell’Ue, proprio l’istituzione che vuole distruggere qualsiasi slancio nazionalistico e patriottico. Un’intenzione già di per sé scellerata fa al pari con la volontà del Comune di Bolzano di esporre la bandiera italiana a mezz’asta. La decisione è stata presa in comune accordo tra il sindaco di Bozen (nome austriaco cui molti sono ancora legati) Luigi Spagnolli (democristiano) e il governatore della Provincia Arno Komptascher, un nome che rievoca Triplici Alleanze. “Visto che il tragico conflitto portò migliaia di morti, sarebbe stato molto meglio omaggiarli con delle corone d’alloro. Questo atto del governo, di ricordare l’entrata in guerra con l’esposizione della bandiera, ha un simbolismo totalmente incomprensibile“, ha dichiarato il partito suditorelese “Sudtiroler Vokspartei“, la cui denominazione ci mostra un ancor nostalgico desiderio di austro-ungaresimo.

La posizione della Provincia di Bolzano rispecchia quello che è il sentimento della maggioranza della popolazione che lì vive, poiché lo Stato italiano nulla ha fatto per integrarla all’interno della cultura nostrana. Leggi ad hoc per una Regione a statuto speciale hanno sempre incentivato le larghissime minoranze che vorrebbero ancor oggi prendere ordini da Vienna piuttosto che da Roma.

Oltre ai nostalgici dell’impero austro-ungarico, hanno sollevato polemiche anche i post-marxisti, quelli che classificano i fanti morti in guerra unicamente come merce asservita agli interessi del grande capitale industriale. Una propaganda che vuole annientare l’ideologia e la volontà presente nello spirito di molti patrioti italiani, che oltre a essere “carne da macello”, furono difensori dell’idea di nazione, come libera espressione e realizzazione di un popolo sovrano.

Gino Strada vorrebbe infatti festeggiare solo la “fine della guerra”, proprio quel 25 aprile, che lo stesso Gino Strada dimentica di ricordare che fu data d’inizio delle peggiori strage partigiane.

Celebrare l’inizio di una Guerra che ha segnato il destino d’Europa e del mondo può essere invece utile per ricordare alle dormienti generazioni presenti per quale idea di nazione ed Europa gli italiani presero elmetto e moschetto con tanto entusiasmo. Tutto questo affinché il loro sacrificio non rimanga vano.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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