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Renzi, il rottamatore dell’Italia

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Renzi, con le sue “finte” riforme in un’Italia sull’orlo del baratro gioca a fare il novello statista. Quando riuscisse a mandarle in porto, le sue riforme non solo non potrebbero risolvere i problemi ai cittadini, ma di fatto, stando ai progetti, diminuiscono la democrazia del paese. Chi si propone come “riformatore” non può solo pubblicizzare se stesso. Le uniche riforme che il Governo Renzi sta cercando di condurre in porto sono sostanzialmente sbagliate per incompetenza ed insipienza di chi le ha partorite.

 

Un Governo con idee chiare avrebbe dovuto dare la precedenza al risanamento dei conti pubblici italiani, all’abbassamento delle tasse ed all’erosione del debito pubblico. Le riforme che il Governo ha partorito sono l’abolizione del Senato così come è oggi, con la sua sostituzione con Consiglieri Regionali e Sindaci, e l’abolizione delle Elezioni Provinciali sostituendo gli attuali Consiglieri Provinciali con Consiglieri e Sindaci del territorio.

Tutto ciò vuol dire che da ora in poi tutti apparterranno al solo personale politico di cui da trent’anni a questa parte ci lamentiamo tutti.

— L’analisi di Luigi Cortese – 
segretario nazionale del movimento Alternativa Tricolore. —

 

Il superamento del bicameralismo perfetto comporta, comporterebbe e comporterà autoritarismo derivante dalle nomine imposte dalle solite segreterie di partito, mentre dovrebbero essere modificate le sole funzioni del Senato, nel senso della loro riduzione e affatto della loro abolizione. Si dovrebbe ridurre il numero dei senatori alla metà, con loro elezione democratica. Il che vuol dire che li dobbiamo eleggere noi tutti italiani. Il processo legislativo potrà essere sveltito prevedendo che in ambo le Camere l’attività delle commissioni avvenga sempre in sede redigente e che si possa lasciare l’aula, con annesse le dichiarazioni dei gruppi, al solo voto finale.

 

Se proprio vogliamo parlare di una riforma sostanziale e democratica dello Stato, si sarebbe dovuto optare per il bicameralismo perfetto ed il “presidenzialismo”. È in quel senso che bisogna tendere, lasciando stare ridicole emulazioni di sistemi, quale quello tedesco, diverso in tutto e per tutto dal nostro, trattandosi di uno stato federale nel quale le regioni, quelli che i tedeschi chiamano i Länder, hanno un potere legislativo effettivo. Da noi, che non siamo uno stato federale, alle Regioni devono essere tolte competenze e invece, con la eventuale stupida riforma, si va esattamente nella direzione opposta, aggiungendo burocrazia ad un complesso già ingolfato dalle macchinosità degli ingranaggi.

 

Con tale provvedimento, da ostacolare duramente, si vorrebbero mettere i nostri sindaci e i nostri consiglieri regionali, dei quali dobbiamo e vogliamo circoscrivere le competenze, a sedere in un Senato nuovo che ne amplia le competenze.

 

Invece di quella delle Province si doveva optare per l’abolizione completa delle Regioni, vere e proprie divoratrici di soldi pubblici: l’eliminazione dell’elezione diretta dei Consiglieri e del Presidente non farà altro che favorire l’interscambio di voti tra i vari partiti con annessi scambi di favori. In un Piemonte fresco dello scandalo rimborsopoli, questa odiosa riforma non è tollerabile.

 

Per chi scrive il Governo non sa cosa sta facendo, o meglio sta scherzando con la cosa pubblica. In questa idea folle di Senato e Provincia, specchio di digiuni di generazioni di cultura, istituzioni e di politica, si risparmierebbe peraltro pochissimo e non si accelererebbe un bel niente.

Il “disegno” riformista prevede una sola Camera in uno Stato come il nostro che federale non è, che non ha il Presidente della Repubblica eletto direttamente. Prevede, tale disegno, un Senato il cui potere, pregnante, verrebbe dato a ed esercitato da una minoranza del Paese pari a circa meno di un terzo dei votanti e una Camera la cui selezione sarà sottratta al voto popolare e consegnata ai segretari politici. 

In conclusione queste riforme sono le più antidemocratiche che siano state mai concepite nella storia repubblicana.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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