In Forza Italia sta andando tutto a ramengo. S’è rotto il filo che teneva legata la classe dirigente, perché anche Paolo Bonaiuti, un fedele di Berlusconi per eccellenza, se n’è andato. Il portavoce dell’ex cavaliere, nonché la sua ombra, dopo essere stato tutto il pomeriggio ad Arcore, alla fine ha preso (come lui stesso ha dichiarato) la decisione di lasciare il partito, commentando che è stata una scelta sofferta e dolorosa, ma necessaria per dare una mano al centrodestra italiano.
Come se non bastasse il TG della 7 alle 20 ha annunciato che dopo le elezioni europee anche Enrico Letta passerà al NCD, che proprio ieri (dopo la convention di tre giorni) ha eletto presidente Alfano.
Cosa stia scuotendo le acque di F.I. non è ancora chiaro per niente, ma si tratta di una vera e propria burrasca che non tende a placarsi, certo non dovuta all’attesa della decisione del tribunale di sorveglianza, che quasi sicuramente affiderà Berlusconi ai servizi sociali. Che i partiti, ormai tutti post ideologici, privi di idee e contenuti, siano ormai solo volti alle poltrone in palio, è certo, ma ciò non basta a giustificare questo terremoto politico che non risparmia nessuno.
Vita non facile nemmeno per Renzi, visto che da un palco Massimo D’Alema ha invitato i suoi a riprendere in mano il Pd. Dei cittadini, fuori da tutti i giochi, che da tempo non possono più formare un popolo sovrano, si sta facendo un falò, per disperderne le ceneri. Ci sono solo più individui spersi in un marasma che non trovano più un tetto politico sotto il quale potere trovare rifugio. Questo è un male a cui si dovrebbe porre rimedio, ma al contrario si preferisce vivacchiare allo sbando nel caos più assoluto, gravato dai diktat di Bruxelles e da governicchi che vanno e vengono.
Poveri noi.
Giuseppe Franchi