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Ministri discutibili / Il ministro della salute

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Confermato il dicastero più improbabile tra i tanti, quello che non ci si aspettava si confermasse. Una scelta, quella di far restare Beatrice Lorenzin a capo del ministero della Salute, che alimenta le voci che il governo Renzi sia una sorta di (non necessaria) fotocopia del governo Letta.
 

La politica in questione, ora in forza al Nuovo Centrodestra di Alfano, Lupi, Schifani, Quagliariello e altri esuli berlusconiani, è importante per foraggiare le quote rosa di questo governo da record: più donne che uomini ed età media di nemmeno trentott’anni.
Come già si rilevò ai tempi della sua assunzione alla carica di ministro l’anno scorso, il curriculum della ministra appare, per usare morbidezza, insolito. La 42 enne romana di Ncd ha infatti un diploma al liceo classico e niente laurea.

Nella sua lunga militanza nel Pdl (già attivista per Forza Italia giovani) non ha mai ricoperto incarichi che riguardassero, o che potessero tangere la sanità. Dopo un anno a capo del dicastero, però, è stata scelta, forse anche per il solito gioco di pesi e contrappesi, per seguitare nel lavoro intrapreso fin dall’ultimo Esecutivo.
 

Le competenze che negli anni Lorenzin ha potuto accumulare in forza al disciolto partito del Popolo della libertà riguardano mansioni di coordinamento locale, regionale e nazionale, nonché di segreteria. 
Nel 1999 viene diviene la coordinatrice regionale del movimento giovanile per il Lazio per Forza Italia (1.0), nel 2004 la ritroviamo segretaria del segretario politico del Capo: ricopre infatti l’incarico di capo di segreteria di Paolo Bonaiuti, ex portavoce del premier Berlusconi.

Nel 2005 ricopre l’incarico di coordinatore regionale per il Lazio e nel 2006 è coordinatrice nazionale dei giovani del Pdl. Alfine ottiene (non con le preferenze, ça va sans dire) un seggio alla Camera dei deputati nel 2008, dove si occupa…di sanità? Assolutamente no: il suo campo di lavoro è quello degli affari Costituzionali, ma anche attuazione del federalismo fiscale e dei temi dell’infanzia. Forse solo quest’ultima materia può, ma solo collateralemente, avere qualcosa a che fare con il dicastero dall’on. Lorenzin guidato da più di un anno.
 
Una posizione delicata rispetto al suo incarico la Lorenzin la ricopre anche in virtù delle sue passate campagne antiabortiste: la sua scelta è più comprensibile in un governo (demo)cristiano che in uno guidato dal segretario del più grande partito del centrosinistra.
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Di Redazione Elzeviro.eu

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