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Dal Rischiatutto al Saltatutto

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Le caselle dei vari ministeri, al momento, non hanno inqilini certi. Dio non voglia che giunga Prodi all’Economia in attesa di salire al Quirinale come i rumors fanno intendere (l’interessato smentisce). A molti fa venire l’orticaria solo a sentirlo parlare, figuriamoci l’ipotesi di un suo ritorno per mettere le radici.

Il ponentino romano ha fatto diventare restauratore il rottamatore per eccellenza? Stupisce pure l’attacco di Alfano nei confronti di Berlusconi, accusato con veemenza di essersi circondato di “inutili Idioti”. Crede di essere l’ago delle bilancia e che senza il suo consenso non si possa formare il nuovo governo, ma in realtà può essere spazzato via (con i suoi aficionados) da un colpo di vento.

Intanto Renzi, da Firenze, tuona: “Non mi farò imbrigliare “, ma l’unico nome sicuro della sua squadra è quello del fedele Graziano Delrio, che lascia il ministero degli Affari regionali e del Welfare per approdare al ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Non è servita a nulla l’idea di creare un dicastero ad hoc per coinvolgere Luca Cordero di Montezemolo, che ha cortesemente rifiutato il ministero del “made in Italy”. Per tutti gli altri posti regna un caos assoluto: altro che le intese e le convergenze chiare auspicate da Napolitano.

A Pippo Civati sta venendo voglia di fondare il “nuovo centro sinistra“, al quale potrebbe aderire Vendola, e chissà, forse anche Cuperlo. D’Alema sotto i baffi qualcosa mediterà per bloccare colui che ha definito Gian Burrasca: non starà certo con le mani in mano, anche se si tiene lontano dai riflettori.
Ai comuni cittadini rimangono i soliti problemi da affrontare, mentre scuotono la testa disgustati di fronte a questa politica che pare una fiction a puntate, ma soprattutto non desiderano essere definiti “poveri bischeri”come si usa dire a Firenze.

Giuseppe FranchiNoi Automobilisti
 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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