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Indagati per ruberie, governano in virtù di elezioni annullate

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Nessuna pace per la regione più occidentale d’Italia, il Piemonte, la quale, dopo essere stata investita dallo scandalo dei rimborsi elettorali che ha interessato in particolare i consiglieri del centro-destra (al governo), senza risparmiare purtuttavia la fazione opposta, è in subbuglio per le elezioni annullate di fresco. Si veda qui per i nomi e i cognomi dei consiglieri in questione, che in dicembre non avemmo indugi nel definire corresponsabili delle rivolte e del malcontento cavalcato dai Forconi. Dopo tutto ciò, il Tribunale amministrativo regionale subalpino ha annullato le elezioni Regionali di tre anni e mezzo fa. In tutto questo tempo la Lega Nord ha fatto il buono ed il cattivo tempo, esprimendo il Presidente nonostante una minoranza di consiglieri eletti in seno alla coalizione di maggioranza. Il problema è che tale maggioranza si reggeva anche sui ventisettemila voti di Michele Giovine, il quale era candidato con la lista Pensionati per Cota, che è stata ammessa alla competizione elettorale grazie all’esperimento di firme false. Una malversazione in piena regola, una frode in atto pubblico, con l’aggravante morale di prendere in giro tutti i votanti alle elezioni regionali, e la conseguenza disastrosa di basare il futuro di una regione su un inganno. Sì, perché Cota non avrebbe vinto le elezioni, potendo contare di un vantaggio di appena novemila voti sulla coalizione di centrosinistra. Giovine è stato condannato a 2 anni e 8 mesi con sentenza definitiva passata in Cassazione per questo scherzetto ed il Tar non ha potuto far altro che annullare le elezioni, su istanza della zarina Mercedes Bresso e della lista dei Pensionati schierati dalla parte del centrosinistra. C’è però da dire che il centrosinistra aveva tutto l’interesse nel depositare questo ricorso, mentre il centrodestra non ha indagato sulle firme presentate dalle liste del centrosinistra. La difesa del governatore in carica si basa infatti sull’assunto che anche le liste dei pensionati del centrosinistra presenterebbero analoghe irregolarità. Una difesa che si tramuta in attacco appare una difesa ultima, raffazzonata ed in definitiva, poco efficace. Vedremo come andrà a finire: intanto sappiamo che per quasi quattro anni (su 5 di mandato) la Lega ha governato con una lista ammessa grazie a delle firme false. Sul centrosinistra e la sua presunta trasparenza nella candidatura delle liste nutriamo i dubbi di chi conosce benissimo il fatto che le competizioni elettorali sono spesso stracolme di firme false da ambo le parti. Non hanno avuto quattro anni per ricorrere ed indagare, i governativi, dacché erano seduti sugli scranni del governo regionale ed avevano altre gatte da pelare. L’opposizione del Pd in regione, invece, non si è risparmiata, attaccando anche cartelli con scritto Cota a Casa con una mela marcia in centro. Manifesti scorretti e volgari, senz’altro, ma tant’è… Intanto sua maestà Sergio Chiamparino, l’eroe delle olimpiadi (ma soprattutto del debito pro capite e inquinamento torinesi più alti d’Italia) è pronto a lasciare il trono dorato della Compagnia di San Paolo, della quale è presidente, per intraprendere questa ennesima sfida. Letta si dice indignato per la lunghezza del tempo concesso ai leghisti alla guida della regione. Per noi, in effetti si tratta di un letamaio. Forse presto, però, si passerà ad un lettamaio. Vediamo se ciò accadrà in concomitanza con le elezioni europee: accorpare le consultazioni elettorali costituirebbe un risparmio di tempo e di carta. La palla ora passa a Cota ed all’eventuale ricorso amministrativo al Consiglio di Stato.freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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