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L’Italia in ginocchio prega per la rateizzazione di tasse e multe

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Un numero impressionante: quattrocentomila rateizzazioni (398mila) per un valore che supera i 2,9 miliardi di euro.Basterebbero queste cifre per far capire che la ricchezza pro capite degli italiani, che nel 2008 potevano vantare, nonostante l’enorme debito, un patrimonio familiare superiore ai concittadini europei di altri stati, si sta erodendo dall’inizio della recessione. Dall’infausto anno 2008, ovvero dal momento in cui le rateizzazioni sono diventate cosa di Equitalia,  ne sono state concesse due milioni e passa, per un ammontare di quasi 25 miliardi di euro. Perché snocciolare queste cifre?

Per dare il segno di ciò che la crisi ha fatto e sta facendo, cioè colpire le famiglie nelle tasche, ma anche nel materasso, lasciando solo un contenzioso con uno Stato sollecito soltanto nel richiedere, pronto a piegarsi alle direttive di austerity e di fiscal compact, per erodere un debito che è importante tanto quando lo spread, quando si parla di ripresa economica. Ripresa economica che, in molti sostengono, potrebbe passare solo per la sovranità monetaria, l’ingresso di capitali di credito alle aziende, un po’ di sano protezionismo delle nostre migliori qualità commerciali e manufatturiere, l’abolizione del sommerso evaso dai commercianti asiatici ed altre mille soluzioni impraticabili, causa Ue.

“Oggi la gestione delle richieste di rateizzazione rappresenta una delle principali attività di Equitalia”, spiega come se nulla fosse l’ad Benedetto Mineo. Eppure questa affermazione significa che Equitalia, così solerte nel compilare le cartelle esattoriali, si adopera in maniera così efficiente soltanto per ciò e per gestire i crediti statali nel modo da poterli ottenere nel lungo periodo, mentre molti debiti dello Stato giacciono insoluti senza la possibilità di compensazione: questa sì, un’attività nella quale Equitalia dovrebbe adoperarsi con le massime sollecitudini ed energie.

Nella seconda metà del 2013 è stato approvato un piano per cui si possono dilazionare in rate decennali i pagamenti dovuti ad Equitalia. Gaudio e tripudio: avremo per sempre da pagare. L’importo minimo in questione è di 100 euro. Di dilazione straordinaria, invece, è piuttosto difficile parlare: però provateci, allo sportello… E che Dio ve la mandi buona! Equitalia ci tiene poi a sottolineare che, una volta approvato un piano di rateizzazione (ma solo finché i pagamenti saranno regolari), il contribuente non è ritenuto insolvente ed Equitalia stessa non iscriverà fermi né ipoteche. Finché i pagamenti saranno regolari il contribuente non è ritenuto insolvente. Come dire che l’acqua è umida.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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