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Anci sempre più a sinistra: Fassino oggi presidente

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L’Associazione nazionale comuni italiani ha perso il suo presidente, Delrio, che è andato a fare il ministro per le autonomie e gli affari regionali senza dimettersi da sindaco di Reggio Emilia. Questo fa già intuire l’aria che tira tra i pezzi da 90 dell’Associazione. Fassino potrebbe conferire un apporto prettamente politico influendo sull’attività dell’Anci in particolare nei rapporti con il governo.

Il sindaco di Torino Fassino, che come sindaco ha commesso finora molte più nefandezze (si veda qui per farsi un’idea) che opere buone, riprende così un ruolo politico di rilevanza nazionale, come da sua ambizione non sopita. Non che fare il sindaco della quarta città d’Italia, che peraltro lo vota e voterà beelante a scatola chiusa, non sia un incarico nazionale… Forse però non tanto quanto essere collocati alla guida dei Comuni.

L’Anci dovrebbe rappresentare tutti i comuni italiani, ma si immagina che da ora, cioè dalla scontata nomina odierna del già esponente Pci e Ds, essa rappresenterà tutte le grandi città nazionali che sono in mano (o in balia) della sinistra: l’asse del Nord Torino-Milano-Genova-Bologna-Reggio,ecc., ma anche Roma, Napoli, Palermo e così via: insomma capoluoghi e province importanti sono tutte governate, alcune meglio di altre, da giunte di sinistra. Ecco perché a capo dell’associazione avrebbe potuto forse essere nominato un presidente della coalizione opposta o almeno un indipendente, di modo da mantenere almeno la parvenza dell’imparzialità dell’associazione.

L’Anci è pertanto condannata al baratro della politicizzazione spinta anziché essere, come dovrebbe, vessillo delle istanze della popolazione tutta. In fin dei conti i sindaci dovrebbero essere rappresentativi dell’intera cittadinanza. Tanto più i Comuni.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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