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Anziana ruba per fame: subito tre mesi di galera

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Quando sosteniamo che in Italia non esista logicità nel trattamento delle varie infrazioni della legge ci riferiamo a fatti realmente accaduti ed effettivamente constatabili.

La magistratura, ultimamente additata come vittima della mala informazione di stampo berlusconiano, passa invece illesa rispetto a misfatti che completa nella più assoluta indifferenza dei media, unico tramite tra i poteri dello Stato ed i cittadini.

A Genova è stata infatti arrestata una signora ottantenne, vedova ed in completo stato d’indigenza, motivo? E’ stata sorpresa nel tentativo di furto di alcuni generi alimentari, fra cui pane, carne, biscotti e un limoncello, il tutto per un misero ammontare di nemmeno 20 euro.

La poveretta è stata subito beccata, segno che si trattava sicuramente del primo tentativo di furto, che ha così reso la rea impacciata nell’atto delinquenziale; nessuno vuole contestare la denuncia e il processo che la signora ha in seguito subito (al massimo sarebbe da contestare la cattiva sorte che fa sempre pagare le persone innocue e raramente quelle pericolose), la polemica e la rabbia scaturiscono dalla condanna ricevuta.

Due mesi e venti giorni di reclusione, e a nulla è servita la difesa dell’avvocato che ha invocato lo stato di grave indigenza della signora, il magistrato è stato inflessibile, incorruttibile e pignolo. Un giudice che ha applicato in maniera implacabile la legge, chissà se lo stesso giudice è a conoscenza delle parole scritte da alcuni colleghi in merito alla sentenza dell’efferato omicidio di Giovanna Reggiani, di cui riportiamo una parte: “La Corte pur valutando la scelleratezza e l’odiosità del fatto commesso in danno di una donna inerme e da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l’omicidio che la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento litigio sostenuto dall’imputato e la fiera resistenza della vittima. In assenza degli stessi, l’episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi”.

Parole che non meritano nemmeno un commento; o ancora potremmo citare il caso di Hamied Abdelhamid, uno spacciatore algerino che, grazie alla clemenza del giudice, ha potuto continuare ad esercitare la sua professione tra le mura di casa sua (ha ricevuto solo gli arresti domiciliari). Per non parlare di tutti i rom che in Italia vivono abusivamente senza pagare la benché minima tassa, essi però non sono ne denunciati, ne processati, ne tanto meno incarcerati.

Il grado di civiltà di un paese si stabilisce in primis dalla garanzia di giustizia per i cittadini, e se il perdono viene dato prima a chi spaccia e uccide invece che a coloro che rubano per fame,  ciò significa avere un grado di civiltà prossimo allo zero.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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