Il 23 maggio 2019 la giustizia degli Stati Uniti ha scelto di perseguire Julian Assange per il crimine di spionaggio.
Arrestato lo scorso 11 aprile presso l’Ambasciata dell’Ecuador di Londra, dove era rifugiato dal 2012, Assange sta ora scontando una pena di 50 settimane di detenzione all’interno di una prigione britannica di massima sicurezza per non aver rispettato i termini della sua libertà condizionale.
Dagli Stati Uniti ha ricevuto l’accusa di aver infranto la legge sullo spionaggio, che punisce chi diffonde informazioni sensibili a Stati stranieri.
Tuttavia queste accuse si scontrano
con il primo emendamento della Costituzione americana, che garantisce la libertà di espressione. Si tratta quindi di un attacco senza precedenti degli Stati Uniti contro il diritto di fare informazione, che ha scatenato fin da subito le proteste delle associazioni di difesa della libertà.
Di fronte al rischio di vedere Julian Assange estradato verso gli Stati Uniti, dove verrebbe condannato ad una pesante pena, come si è verificato per il caso di Chelsea Manning che si è rifiutata di testimoniare contro di lui, l’organizzazione Acrimed sostiene il fondatore di Wikileaks e conferma che Julian Assange deve essere giudicato in Svezia, per un’accusa di stupro su un fatto risalente al 2010 e per la quale si sta riaprendo un’inchiesta. Occorre che vengano date delle garanzie per la sua estradizione verso il Paese scandinavo.
Ma cosa esattamente viene rimproverato a Julian Assange?
Semplicemente di aver rivelato fatti reali. E lo ha fatto prendendo rischi. Molti media, senza correre alcun rischio, hanno poi trasmesso i principali fatti pubblicati da WikiLeaks.
Eccone alcuni esempi:
– Dal 1 gennaio 2004 al 31 dicembre 2009, la guerra in Iraq ha causato la morte di circa 110.000 iracheni, tra cui 66.000 civili, e le truppe statunitensi hanno presumibilmente contribuito alla tortura di diverse migliaia di iracheni.
– Nella prigione di Guantanamo, oltre 150 persone innocenti di origine afghana e pakistana sono detenute da anni.
– Tre presidenti francesi, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e François Hollande, sono stati spiati dalla NSA (National Security Agency).
Non è troppo tardi per mobilitarsi per fermare l’azione dell’amministrazione statunitense nei confronti di Assange e dei suoi informatori. Le loro rivelazioni hanno fornito prove concrete, quasi in tempo reale, circa le azioni dei governi occidentali quando stavano esportando la democrazia nei quattro angoli del mondo. Prima che esistessero hacker e moderni strumenti digitali, la denuncia di crimini simili – in Vietnam, Laos o durante la prima guerra del Golfo – era utopica. Oggi è possibile, e per esserlo ancora domani, Julian Assange deve rimanere libero.
(Traduzione dell’appello di Mathias Reymond per Acrimed)