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L’Onu a gamba tesa contro l’Italia: “Fermate il decreto Salvini!”

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Con una lettera l’Onu ha espresso preoccupazione per le politiche adottate dall’esecutivo italiano nella gestione dei flussi migratori.

Nello specifico la lettera è stata consegnata da Beatriz Balbin, rappresentante dell’Alto commissariato per i diritti umani, all’Ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Conrado. Un documento di 12 pagine in cui il costosissimo ufficio delle Nazioni Unite ha raccolto in maniera molto sintetica, per non dire approssimativa, alcune preoccupazioni sulla strategia adottata dal Ministero dell’Interno italiano per la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.

Più di un dubbio sorge sulla natura genuina e spontanea

di questa richiesta di chiarimenti. Innanzitutto non sembra del tutto convenzionale che tale ufficio onusiano (che nonostante il nome altisonante, impiega il personale e le risorse in mansioni del tutto burocratiche e molto poco di “campo”) possa redigere una lettera di aperto attacco alla politica di un Paese membro, diffondendone i contenuti prima con i media europei e solo in un secondo momento con i diretti interessati.

Una scelta che potrebbe essere frutto di un’attenta ponderazione, proprio a pochi giorni dalla tornata elettorale europea. Gettare qualche ombra sull’operato del principale esponente del fronte sovranista può sicuramente aiutare ad indirizzare in un certo verso le preferenze degli elettori “indecisi”. Stupisce poi come nella stessa lettera si attacchi un decreto legge, il “decreto sicurezza bis”, che non è nemmeno ancora stato discusso al Consiglio dei Ministri. Si tratta in questo caso di un processo alle intenzioni di uno Stato sovrano.

Il documento firmato dall’Onu

se la prende infine con l’atteggiamento che il Viminale avrebbe riservato alle Ong che operano nel Mediterraneo, definendolo come

l’ennesimo tentativo di criminalizzare le operazioni ‘search and rescuè delle organizzazioni civili

Non è difficile notare il doppiopesismo di un simile attacco, soprattutto se si considera lo sfacciato menefreghismo verso il problema migratorio adottato da uno Stato come Malta che non si è fatto alcun tipo di problema nell’interrompere le comunicazioni con quelle Ong che avevano richiesto soccorso alla Valletta.

Così come sembra del tutto fuori luogo l’attacco all’Italia, mentre si lascia impunito uno Stato come la Francia che, senza nemmeno varare “decreti sicurezza” ad hoc, si è preso la libertà di respingere donne e bambini al confine e scaricare i migranti come bidoni dell’immondizia. Tutti questi elementi, tutta questa ipocrisia e questa scarsa imparzialità di giudizio, ci fanno ragionevolmente pensare che la lettera contro Matteo Salvini, più che avere l’obiettivo di affrontare l’annoso problema della migrazione, sia soltanto uno squallido attacco politico in vista di un importante appuntamento elettorale.

 

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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