Tra spread, agenzie di rating e Der Spiegel molti osservatori hanno omesso di citare l’attore principale delle ultime vicende politiche italiane, ovvero Mario Draghi.
Eppure gli indizi erano tanti. Bastava per esempio girare le lancette dell’orologio indietro fino all’estate del 2011, quando l’allora Governo Berlusconi si stava rifiutando di applicare le ricette economiche lacrime e sangue volute da Commissione europea e Fondo monetario internazionale.
La lettera di Draghi per minacciare Berlusconi
Cosa successe allora? La Banca centrale europea capeggiata allora da Trichet, ma già con l’ombra di Mario Draghi, smise di comprare i titoli di Stato italiani facendone schizzare il tasso d’interesse alle stelle. Da lì l’impennata dello spread e la conseguente caduta del Governo Berlusconi. Il tutto venne condito da una lettera inviata direttamente dalla Bce ai tavoli del Governo. Un testo che per toni e minacce velate ricordava molto da vicino i pizzini mafiosi che precedono omicidi di bande organizzate. Ecco parte del testo pubblicato per intero da IlSole24Ore:
“Caro Primo Ministro, Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori. Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. Sono passi importanti, ma non sufficienti.”
Alla stregua dei vertici delle organizzazioni malavitose i capoccia della Bce diedero l’ultimatum al Governo Berlusconi. Il finale è storia nota.
Draghi ha di nuovo smesso di comprare i titoli di Stato italiani
Come in una macchina del tempo, le oscure manovre di ieri ci fanno fare un tuffo nel passato. Ed è per questo che diventa di cruciale importanza comprendere le esatte dinamiche di oggi. La Banca centrale europea è infatti nel pieno del Quantitative Easing. Il famoso programma di acquisto dei titoli di stato dei Paesi dell’Ue da parte della Bce. Un’operazione con l’obiettivo di stabilizzare i tassi d’interesse dei titoli emessi in tutto il Vechio Continente.
Ora la domanda sorge spontanea. Se la Bce stava eseguendo questo programma, com’è possibile che il tasso dei titoli italiani sia schizzato facendo traballare i mercati? La risposta è una sola. La Banca centrale europea ha di nuovo smesso di comprare titoli di Stato italiani. Da lì lo spread e il relativo terrorismo finanziario. Al netto di tutte le speculazioni, c’è quindi una persona che ha eseguito materialmente questa di certo poco limpida operazione. Mario Draghi.
Dietro a questa ferrea volontà della Bce, assecondata in ogni suo punto da Sergio Mattarella, si celerebbe una rivalità tra Draghi e Paolo Savona che sconfinerebbe anche nella sfera personale. Di questo però poco importa. Draghi, ex dipendente di Goldman Sachs (quella banca ritenuta complice della crisi dei mutui subprime che sì distrusse i decantati risparmi degli italiani), è il mandante di un golpe eseguito supinamente da Sergio Mattarella.
di Gabriele Tebaldi