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L’errore di Conte: Savona parcheggiato alla Consob

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L’ultimo Consiglio dei ministri riunito da Giuseppe Conte ha sancito l’uscita di scena di Paolo Savona dalla squadra del Governo del cambiamento.

Si tratta di una scelta annunciata ormai da giorni, ma non per questo scontata e soprattutto motivata in maniera chiara.

Conte, Salvini e Di Maio scaricano Savona

La decisione di spostare il mancato Ministro dell’Economia alla Presidenza della Commissione nazionale per la società e la borsa (Consob) può essere fatta risalire ad un’iniziativa del premier Giuseppe Conte. Sembrerebbe essere lui infatti il vero artefice di questa nomina lampo, a cui non si sono peraltro opposti i due partiti di Governo. Certo è strano osservare oggi questa tranquilla accondiscendenza di Matteo Salvini e Luigi Di Maio nell’escludere Savona dalla squadra di Governo, quando gli stessi due leader, giusto qualche mese fa, si erano impegnati in una estenuante trattativa con il Colle proprio per far entrare l’economista sardo nell’esecutivo.

Per questo la nomina di Savona come vertice della Consob suona come un’esclusione voluta, cercata e premeditata. Sui motivi di questo ripensamento non ci si può esprimere con certezza, tuttavia è lecito fare delle supposizioni, tenendo conto in particolare delle circostanze temporali della scelta.

Draghi dietro l’esclusione di Savona?

Come è noto fin da subito la presenza di Paolo Savona all’interno del Governo del cambiamento aveva irritato non solo il Quirinale, ma in particolare certi ambienti europei. Non è un segreto, come più spesso confermato da Savona stesso, che non corresse buon sangue tra il Presidente della Bce, Mario Draghi e l’economista sardo. I due avevano infatti avuto modo di “confrontarsi” quando lavoravano entrambi alla Banca D’Italia. Idee economiche diverse, ma soprattutto un’idea diversa di Europa.

Moscovici insieme al Ministro Tria, durante le trattative sulla manovra finanziaria.

Non è poi certo un segreto che Savona abbia avuto una certa influenza sulla stesura della manovra economica del Governo. Documento che ha rischiato fino all’ultimo di far avviare la procedura d’infrazione dell’Unione europea nei confronti dell’Italia. A questo punto le ipotesi sono due. La Commissione europea, su pressione di Mario Draghi, ha posto una condizione per la rinuncia all’avvio della procedura: l’uscita di scena di Paolo Savona. La presenza di una tale personalità, anche solo come Ministro senza portafoglio, stava creando un certo scompiglio a Bruxelles, in particolare dopo l’invio del documento in cui Savona proponeva punto per punto un piano di riforme per l’Europa. Insomma, fuori Savona e meno problemi per tutti.

Il Governo perde il migliore economista italiano

Ci sarebbe anche una seconda ipotesi: Savona ha dato il suo contributo per la prima bozza di manovra, quella per intenderci che fissava il deficit a 2.4%. Il nuovo Presidente della Consob potrebbe non aver gradito la posizione italiana eccessivamente remissiva nei confronti della Commissione europea e per questo potrebbe aver chiesto, e infine ottenuto, un silenzioso allontanamento a causa della divergenza di posizione.

Ipotesi plausibili? Sta di fatto che il Governo Conte si è così privato non solo di una figura centrale dell’esecutivo, su cui si era giocata la sua stessa esistenza lo scorso maggio, ma anche del “migliore economista italiano”, come spesso sottolineato da Giulio Sapelli.

Senza Savona il Governo del cambiamento e le sue ambizioni ne escono decisamente ridimensionate.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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