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Le dichiarazioni di Conte agitano il fronte del MES

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Dopo mesi di assoluta incoerenza, tra aperture e inviti alla cautela, il premier Conte ha espresso una posizione di netto rigetto nei confronti del MES. Dichiarazioni che hanno acceso il livore di quei soggetti che, senza apparente motivo, continuano ad auspicare una misura contraria all’interesse nazionale.

di Andrea Zhok

Comunque, nel deserto politico generale, le parole di Conte sul MES sono per una volta chiare, forti e motivate. Metaforicamente si tratterebbe di vendere la primogenitura per il proverbiale piatto di lenticchie.

Si risparmiano quelli che rispetto al fabbisogno attuale sono due spicci (200 milioni), e si pagherebbe questo risparmio con la possibile subordinazione a controlli intensivi e intrusivi negli anni successivi, perché il trattato in vigore non è stato abolito, ed esso è legalmente sovraordinato ad ogni ‘lettera di intesa’, come quelle intercorse.

Per tacere il fatto che un ricorso a quella che è concepita come una leva emergenziale per carenze di liquidità correrebbe il fondato rischio di farci perdere credibilità, facendo aumentare i tassi di interesse e facendoci perdere rapidamente tutto quanto apparentemente risparmiato.

Di fronte ad una presa di posizione così netta è uno spettacolo interessante, e per certi versi sconcertante, vedere la scomposta agitazione degli inquinatori mentali di professione in parlamento e sui giornali, che hanno la faccia di scandalizzarsi alle parole di Conte, dopo che per mesi hanno fatto pressioni indecenti e inaudite con argomenti farlocchi e risibili.

La vera domanda, che tutti dovremmo porci, è per quale motivo, non pubblicamente esposto, questi soggetti continuino a pressare affinché l’Italia, in solitaria fuga in avanti europea, chieda il ricorso al prestito del MES.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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