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Immigrazione: per fare chiarezza tra le menzogne della stampa mainstream

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Si leggono importanti cartacei italiani che, nel peggior populismo d’élite, cercano di inculcare superficialità e falsità inimmaginabili nella mente del più o meno ignaro lettore. Ad esempio, in questi giorni, è possibile leggere di

“migranti di origine, (segue cittadinanza)”.

Migranti: non più emigrati o immigrati, bensì migranti. Sdoganare la condizione dell’uomo, senza nemmeno specificare se sia partito (emigrato), o se sia giunto, almeno da qualche parte (immigrato). Migrante, per spersonalizzare l’uomo identificandolo in modo razzista nella sua condizione di peregrinazione perpetua.

Concetto molto caro al globalismo, che aborre i confini nazionali in virtù delle leggi superiori del mercato e dei diritti civili ad onta di quelli sociali, garantiti da concetti base come la sicurezza dei confini e del controllo dei flussi migratori.

Migrante: a cagione della snaturalizzazione del vero significato delle parole, principio del politicamente corretto per cui non si può dire una parola piuttosto che un’altra: in questo principio è ovviamente caduto il concetto di immigrato.

Profugo è altresì, ormai, una parola di cui non è lecito l’utilizzo. Eppure le norme sono chiare: per emigrare serve un visto, un accordo interstatale, o la concessione dello status di profugo, accordato, da molti paesi tra cui l’Italia, a chi scappa dalla guerra. Gli altri sono immigrati clandestini. Altra parola il cui utilizzo, parossisticamente, è divenuto comportamento razzista.

Nel Mediterraneo.

Le azioni di recupero da parte delle ONG vengono geolocalizzate genericamente dalla stampa mainstream come avvenute nel mare “Mediterraneo.

In realtà,

contro ogni norma di diritto internazionale e del mare, navi battenti bandiere di paesi che sul Mediterraneo non si affacciano, e delle quali perfino si dubita ufficialmente della liceità di battere tali bandiere, vanno a prelevare gli emigranti entro le acque territoriali libiche, violando la sovranità di detto paese e richiedendo la solidarietà, mai negata, dell’Italia che, tramite la sua Guardia costiera, salverà gli emigranti in difficoltà. Tali navi, poi, anche se non viene specificato dalla stampa più diffusa nel nostro paese, sono completamente inadatte, in molti casi, a caricare centinaia di individui stipati come sardine.

Per esempio,

l’imbarcazione Lifeline, battente (forse illegalmente: è in corso un’inchiesta) bandiera olandese, si è comportata nel modo suddetto e ha caricato 250 presunti profughi. Il natante da 32 metri, però, potrebbe ospitare 50 persone al massimo. Lifeline ha agito mettendo in pericolo la vita degli emigranti, fregandosene della sovranità libica e cercando, per tornaconti propri, la solidarietà dell’Italia. La Guardia costiera italiana ha salvato gli emigranti in difficoltà. Per ingannare lo stato Libico, il carico di migranti è stato effettuato a transponder spento per evitare la localizzazione del natante.

Chi chiederà conto alle associazioni delle loro azioni illegali, anziché essere guardato come chi fa rispettare le regole (di per loro inutili, se non vengono fatte rispettare  e quindi “norme imperfette”), sarà bollato come chi attacca in modo inverecondo le tanto benefiche organizzazioni non governative.

Ebbene, nei tempi dell’inganno universale, diceva Orwell, dire la verità è un atto rivoluzionario.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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