Sembra strano a dirsi, ma questo Governo a forte trazione leghista si è lasciato sfuggire sotto al naso un disegno di legge che abolisce le sanzioni disciplinari e le note sul registro nelle scuole elementari.
Sembra che lo stesso Ministro dell’Interno Matteo Salvini non si sia ancora accorto di nulla, tant’è che in diretta da Budapest ha così commentato il nuovo disegno di legge che, tra le altre cose, rafforza l’educazione civica a scuola:
“Tanto felice perché oggi il Parlamento approva l’educazione civica obbligatoria nelle scuole. Promessa mantenuta!”
Promessa mantenuta, ma a che prezzo per la scuola?
Nel disegno approvato dalla Camera è contenuto un emendamento che prevede l’abolizione di un Regio decreto risalente al 1928 che introduceva sanzioni disciplinari “verso gli alunni che manchino ai loro doveri” da “usare, secondo la gravità delle mancanze”. Insomma, una norma antica, ma di basico buonsenso, che prevedeva tutta una serie di strumenti a disposizione degli insegnanti che ne rafforzavano l’autorità. Note sul registro, richiami ai genitori e sospensioni ora non saranno più nella disponibilità dei maestri delle scuole elementari.
Stupisce il giubilo da parte dei presidi delle scuole che descrivono il Regio decreto come “norma anacronistica”, asserendo che ora l’educazione dovrà basarsi sulla comprensione”. Suscita però più di una perplessità quest’approccio libertario e per certi versi sessantottino per quel che riguarda l’educazione di bambini e adolescenti, in un preciso periodo storico segnato da ripetute e preoccupanti violenze perpetrate da questi ultimi contro l’autorità e i più anziani.
Non ultimo il recente vile episodio di Manduria

dove una babygang ha causato la morte di un 66enne dopo ripetute violenze e sevizie, in pieno stile Arancia Meccanica. Più che la “comprensione” evocata dai presidi, in questo caso sono molte le persone di buonsenso che si augurerebbero invece una buona dose di bastonate sul cranio di questi bulletti, fin tanto che la loro voglia di infierire sul più debole di turno non venga sopita. Il problema è che, a causa di questa delirante ideologia libertaria, punizioni corporali quali sacrosanti scapaccioni non possono più essere nemmeno pensate. Siamo arrivati al livello per cui le stesse sanzioni disciplinari sono considerate “anacronistiche”. Chissà con quali strumenti potrà ora difendersi quell’insegnante donna del bellunese, più volte vittima della prepotenza di alunni scapestrati, così come numerose maestre vittime di analoghi episodi succedutisi nell’ultimo anno solare.
Se “lo scopo della scuola è quello di formare giovani a educare se stessi per tutta la vita” come sostenuto dal filosofo Robert Maynard Hutchinson, in tal caso dovremmo prepararci ad una generazione non educata rispetto al concetto di errore e di punizione. Un dramma per tutti.
incredibile che una simile idiozia che ha abolito una giusta norma sopravvissuta al furore sessantottesco, sia passata col consenso della Lega che ama dare di sé una immagine totalmente opposta