In diverse città della Francia si sta consumando un week end di violente proteste dei gilet gialli, le cui rivendicazioni non sembrano fermarsi di fronte alla militarizzazione del Paese voluta dall’Eliseo.
Si tratta del quarto fine settimana consecutivo in cui i gilet gialli sono scesi in piazza per protestare contro il caro benzina, ma più in generale con le riforme economiche di Emmanuel Macron che impongono un drastico ridimensionamento degli investimenti pubblici. I numeri della protesta, che potrebbe presto diventare rivoluzione, sono impressionanti. Solo nell’ultimo week end sono stati 125mila i manifestanti in tutta la Francia.
Blindati, cariche, lacrimogeni. Parigi sotto assedio
A Parigi sono scesi in piazza in circa diecimila, in egual numero erano i poliziotti schierati da Emmanuel Macron. Questa ondata di indignazione si è poi facilmente diffusa oltre confine. A Bruxelles la protesta è diventata belga e ha portato in piazza qualche migliaio di persone che hanno tentato di sfondare l’ingresso del Parlamento europeo.
Anche nella pacifica Bruxelles, gilet gialli cercano di entrare nel Parlamento europeo, simbolo dell’élite.
Il Primo Ministro francese Edouard Philippe ha rassicurato l’ambiente, sostenendo che una piattaforma di dialogo è già stata aperta con i manifestanti. Non è però chiaro con quali presunti rappresentanti voglia dialogare il Governo francese. La protesta non ha infatti né capi né organizzatori ed è nata spontaneamente grazie ad una capillare diffusione via web.
L’assenza di dialogo è infatti dimostrata dal pugno durissimo utilizzato dal Governo francese per sedare i manifestanti. Solo nell’ultimo fine settimana sono state fermate circa 1400 persone. Tuttavia la più generale militarizzazione delle città, l’utilizzo di blindati e le discutibili cariche della gendarmerie, farebbero pensare ad una vera e propria guerra in corso tra l’Eliseo e la Francia profonda.
Studenti trattati come criminali comuni dalla polizia francese