Inizialmente, l’UE era un’organizzazione per la pianificazione economica congiunta tra sei paesi adiacenti.
La pianificazione era settoriale, limitata al carbone e all’industria siderurgica, in seguito anche al nucleare, nel contesto del capitalismo gestito dallo stato dell’epoca postbellica. Successivamente si è sviluppato in una zona di libero scambio, sempre più dedicata alla diffusione dell’internazionalismo neoliberista, in particolare la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro, sotto il titolo di “mercato interno”.
(…)
Molto semplicemente, penso che la natura neoliberista e geostrategica dell’UE post-1990 non sia in grado di generare qualcosa di simile alla legittimità [democratica] necessaria affinché un regime politico sia praticabile.
Bisogna dunque inventare ogni sorta di narrativa sentimentale per far dimenticare alle persone la mancanza di potere della politica democratica nazionale che è alla base della costruzione dell’UE. Oggi, l’ideale internazionalista della sinistra liberal è stato distorto dall’antistatismo neoliberista: la solidarietà internazionalista è stata identificata con il “libero mercato”.
Tutto ciò è puramente ideologico, e non depone a favore sull’acutezza del pensiero politico della classe media di sinistra che ha abbracciato la “Terza Via” [blairiana] della pace e dell’amicizia internazionali. Mai nella storia del socialismo, ad esempio, possiamo trovare l’idea che i lavoratori sono moralmente obbligati a competere tra loro per accapparrarsi posti di lavoro in un paese in cui i salari sono già bassi.
Piuttosto,
la solidarietà ha sempre significato che i lavoratori cooperano – nel senso che si organizzano – per proteggersi dal gioco dei datori di lavoro di metterli l’uno contro l’altro. Poi c’è l’Unione Monetaria Europea, che agisce come un regime internazionale di gold standard. Il gold standard è noto dagli anni ’30 come incompatibile con la democrazia e la pace internazionale. Mette i governi contro persone e popoli uno contro l’altro in competizione nei mercati internazionali.
La propaganda dell’UE accresce il desiderio di pace e di amicizia delle persone per privarli del loro più importante patrimonio istituzionale: lo stato nazionale. Lo stato nazionale è l’unico luogo dove è praticabile redistribuzione e democrazia egualitaria.