WASHINGTON
The Donald ha placidamente ringraziato su twitter il suo ex Segretario di Stato (leggi, ministro degli esteri) Rex Tillerson.
Con i soliti modi sbrigativi e schietti, un po’ come quando si dilettava in “The Apprentice”, e faceva fuori i concorrenti puntando il dito e dicendo “sei licenziato!”. Qui però si tratta del ricambio quasi umorale di una delle cariche più alte del paese, nonché una delle personalità che più influenzano la politica mondiale.
E’ presto detto che la sostituzione a favore di Pompeo (non pensate subito alle bella Ellen Pompeo di Grey’s Anathomy), un grosso italiano americano che prima dirigeva la Central Intelligence Agency produce i suoi numerosi risultati.
Prime conseguenze
Ecco infatti come gli Usa non abbiano pensato un momento prima di spalleggiare la premier britannica May in quella che pare una crisi diplomatica senza precedenti. May ha infatti accusato la Russia dell’avvelenamento con gas nervino di un suo ex agente segreto su suolo britannico.
Tillerson, colpevole di avere appellato in un fuori onda Trump come un “cretino”, “moron“, ha un passato come manager d’azienda nella EXXON Mobil, dove, pur scevro di esperienza diplomatica, aveva maturato un’expertise di tutto rispetto in trattative con partner stranieri più disparati.
Mike Pompeo
Pompeo, politico di lungo corso e già parlamentare per lo stato del Kansas, ha un’indole più istintiva e forse meno pragmatica di quella del suo predecessore, ciò facendo temere, come sta in effetti accadendo, reazioni e fiancheggiamenti troppo repentini. Così, il carattere di Trump si accosta benissimo a quello del suo nuovo Segretario di Stato.
Pompeo, ainoi, è un accanito contestatore del patto sul nucleare con l’Iran risalente al tempo di Obama, una delle poche cose buone fatte da tale amministrazione in territori mediorientali.
Si può inoltre immaginare che il businessman Rex “T-Rex” Tillerson abbia avuto da ridire sui dazi introdotti sull’importazione di acciaio negli States da parte di Trump. Mentre Macron cerca furbescamente delle eccezioni per la sua Francia (in barba alle politiche comuni dell’Ue – che novità-), Pompeo supporta appieno l’iniziativa del presidente twittatore.
Il primo mandato del presidente Trump sembra dunque sempre più a senso unico, verso l’azione istintiva e il fregarsene della diplomazia, a vantaggio del suo popolo di twittatori seriali e adoranti.