Si può notare, tra i media mainstream, un florilegio di titoli sul presunto finanziamento della Russia alla Lega.
a prova, la pistola fumante, che inchioderebbe Salvini e il suo partito sarebbe un colloquio tra presunti uomini reputati vicini a Salvini (ma non appartenenti alla Lega) ed un oligarca russo presunto vicino a Putin, ma non espressione dello Stato russo.
Non si capisce in base a che cosa costoro sarebbero vicini a Salvini e a Putin, non essendo per ora emersi collegamenti diretti e certificati. Peraltro non vi sarebbe neanche prova che questa presunta transazione di petrolio da un’azienda russa (ma quale? Gazprom? Rusneft? Altra?) e Eni sia mai avvenuta. L’Eni ha peraltro già smentito.
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L’audio è di pessima qualità e potrebbe essere fatto ovunque e da chiunque in qualsiasi epoca storica. Peraltro è anche spezzettato. Ma tant’è, questo basta per far partire la canea peraltro senza pensare che con questi metodi chiunque potrebbe essere accusato di qualunque cosa, iperbolicamente compreso il cannibalismo e il traffico di organi umani.
Non si è d’altronde potuta notare altrettanta solerzia su altri casi su quei giornali che oggi strillano in prima pagina.
Come ieri per esempio il rinvio a giudizio del Governatore della Calabria per corruzione, evidentemente il saccheggio delle casse delle Stato è meno grave rispetto a presunti finanziamenti da stati esteri che definire fumosi è quantomeno prudente.
Oppure i nuovi dubbi che stanno emergendo sulla gestione dell’immensa mangiatoia chiamata Pedemontana Veneta che vede in prima fila nella greppia proprio la Lega. Da tutto questo possiamo dedurre che per i soloni della stampa italiana si può rubare tranquillamente a mani basse in Italia, ma guai se prendi soldi da Putin (come se Putin poi fosse così fesso da darceli).
Dunque la morale della favola in particolare per il Manifesto e per la Repubblica sembra essere la seguente: “Ognuno ladro a casa sua”.
La procura di Milano, comunque ha appena aperto un’inchiesta, che potrebbe avere effetti devastanti sulla tenuta del Governo.