La situazione politica internazionale è rovente quanto la scia di fin’estate che attanaglia il nord Italia, ma le priorità dell’ONU sono il presunto razzismo dilagante in Italia.
Mentre uno dei più forti alleati dell’Occidente, Usa in testa, resta l’Arabia Saudita, in tale paese sono ormai all’ordine del giorno decapitazioni e violazioni dei diritti umani, supportati da leggi sub-umane. Gli attivisti per i diritti umani vengono condannati a morte: così è toccato alla ventinovenne Israa al-Ghomgham, arrestata nel dicembre del ’15 nell’Est del paese con il marito, Moussa al-Hashem, durante una manifestazione contro il soffocamento dei diritti umani nei confronti della minoranza sciita del Paese e per la liberazione dei detenuti politici. Quivi le donne ancora vengono decapitate perché eventualmente accusate di infedeltà coniugale (intesa, peraltro, in senso latissimo).
Frattanto in Yemen, i civili vengono bombardati, Israele applica una politica colonialista aggressiva, gli Usa rilanciano vietatissime bombe al fosforo, le mafie d’entrambe le sponde del Mediterraneo s’ingrassano con il traffico di esseri umani, alcuni paesi dell’Europa dicono all’Onu di sostenere al-Serraj in Libia, così come stabilito in sede diplomatica internazionale, salvo poi armare ed aiutare Haftar per fini economici e petroliferi. Così rinasce il vecchio e sporco colonialismo francese e si riafferma, in un’epoca in cui cerca di penetrare anche i confini d’Europa grazie ad aggressive azioni economiche a danno del nostro paese.
Stamattina, in quel di Ginevra, il Consiglio dei Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha aperto la sua eminente riunione per trattare l’argomento razzismo in Italia, con connesso e conseguente problema della chiusura dei porti, invero già operata da anni da altre nazioni Europee sponda nord del mare Mediterraneo. Un team di funzionari dell’ONU è ormai pronto ad andare in Italia per verificare l’emergenza razzismo che attanaglierebbe lo storicamente accogliente Belpaese.