Secondo il quotidiano torinese, un esecutivo in pensione dal 2015 avrebbe creato 11 milioni di poveri nella sola Buenos Aires: peccato che gli abitanti della capitale del paese andino siano a malapena 3 milioni.
Non troppo tempo fa, ci siamo riservati di esprimere le nostre perplessità riguardo il bizzarro atteggiamento bipolare che affligge certe testate nostrane. Naturalmente, il riferimento va ai quotidiani più autorevoli, quelli diretti da professionisti competenti, affidabili e con la schiena dritta, i quali si sono autoproclamati unico argine alle fake news propalate dai populisti ignoranti, beoni e bufalari.
Ebbene, questi sacri custodi dell’informazione genuina in terra, dopo aver imputato al nuovo esecutivo la responsabilità della frenata nella crescita trimestrale del PIL (fatto tecnicamente impossibile, visto il recente insediamento e vista l’assenza della manovra finanziaria che regola l’andamento economico di un paese, comunque esclusivamente ex post), avevano cambiato approccio in vista delle elezioni di Midterm, affibbiando ad Obama i meriti dell’attuale floridità economica americana: il tutto, nonostante l’amministrazione Trump sia in carica non più da 5 mesi, bensì da 2 anni.
Non paghi, i depositari dell’etica mediatica, la scorsa settimana si sono prodotti nell’ennesimo retrofront carpiato, tanto per dimostrare coerenza, distacco, nonché il più totale disprezzo verso una narrazione orientata o parziale: secondo il più noto quotidiano torinese, il populismo argentino avrebbe creato “11 milioni di poveri a Buenos Aires”. Uno strafalcione passato del tutto inosservato agli occhi dei colleghi della carta stampata, a riprova dell’evidente connivenza che regna nel settore e di un’egemonia culturale sempre più soffocante.
Oltre ad un dovere morale, che ci spinge a far sommessamente notare come gli abitanti della capitale sud-americana siano poco più di 3 milioni, bisogna chiedere alle illustri firme de La Stampa come avrebbe fatto questo diabolico governo andino a creare corruzione, miseria e penuria di opere pubbliche? Considerato soprattutto, che la neoperonista Kirchner ha perso le elezioni presidenziali ben tre anni fa, a favore del suo successore Mauricio Macrì, dichiaratamente liberista e sostenitore delle politiche di austerità. In parole povere, la perfetta antitesi del pericoloso populista inviso ai nostri organi di informazione.