Centinaia di migliaia di persone hanno riconfermato il bipolarismo in Gran Bretagna, con la voglia di ottenere la Brexit, ex remainers compresi.
La situazione di stallo irrigidisce i britannici. Tutti vogliono uscire dall’impasse. O meglio, quasi tutti. I LibDem, liberisti e democratici, unici a propugnare la cancellazione della Brexit, hanno ottenuti poco più di una decina di seggi, Richmond (quartiere ricchissimo a sud-est di Londra, con il bel parco con i cervi), per esempio. Una caporetto anche per loro.
Ma per i Laburisti è stata la peggiore sconfitta dal 1935, periodi in cui, certo, conservatorismo e destra erano un concetto piuttosto diffuso in Europa, mentre i fascismi facevano vertiginosamente impennare le economie di paesi come la Germania e persino l’Italia, fino a poco decenni prima paese agricolo e per industrialmente arretrato.
I Laburisti si sono affidati ad un perdente, ancorché a tratti romantico. Corbyn è un personaggio che, quasi incredibilmente, è diventato il simbolo degli intellettuali, messo a confronto con quello che molti hanno messo in analogia con Trump, quel Johnson già giornalista e scrittore che aveva risollevato le sorti della capitale a livello di sicurezza e viabilità quando era il sindaco.
Una persona che, inizialmente voleva rispettare i risultati del referendum (pur essendo un remainer), ma che non ha avuto il coraggio di opporsi alle forze pro secondo referendum in seno al suo partito. La scelta di non schierarsi gli ha fatto perdere molte costituencies in cui storicamente i laburisti vincevano. Alcune di queste sono diventate blu per la prima volta nella storia della Union.
Qui è interessante vedere come le influenze millenarie della Germania e di Roma ancora siano, perpetuamente, esistenti.
Boris Johnson è l’uomo che rivendica le radici culturali greco-romane della Gran Bretagna: ha scritto libri su Roma antica e ha reintrodotto lo studio del latino nelle scuole pubbliche britanniche. D’altra parte Johnson ha preso la maggior parte dei voti sotto il confine con la Scozia (una volta, il vallo di Adriano, oggi spostato un po’ più su).
In Scozia,
dura nella parlata pur se abitata da gente accogliente, ha vinto di nuovo la premier Sturgeon, a guida di un partito filoeuropeo, indipendentista, e filo tedesco, norreno. Un po’ come se la Scozia rivendicasse le sue radici germaniche in un continuum spazio-temporale che perdira dal tradimento di Teutoburgo.
Corbyn
è stato però un buon perdente, perché ha introdotto nel dibattito pubblico del paese della rivoluzione industriale temi come la subalternità agli Stati Uniti, che vorrebbero entrare a gamba tesa nel sistema sanitario nazionale, e ha spinto per un maggior welfare e l’abbattimento di una disuguaglianza sempre maggiore nel Regno Unito, dove la differenza fra ricchi e poveri è enorme e detestabile.
Un ultimo appunto va fatto nei confronti del presidente del Consiglio italiano,
che – naturalmente – ha voluto elucubrare sulla situazione britannica traendone conclusioni del tutto staccate dalla realtà e goffamente sottolineando la subalterità europoide e filo crucca delle istituzioni italiane attuali.
Conte parla di “lavorare per una Brexit ordinata“.
Per usare le parole del nostro Giuseppe Masala, l’aggettivo ordinato non è casuale e non coincide affatto con giusto. La mitologia norrena ha un sistema di valori incentrato sulla dicotomia ordine/caos mentre il Mythos greco-romano (e anche giudaico-cristiano) si fonda sulla dicotomia bene/male.
Parlare di Brexit ordinata significa aderire ad un sistema di valori – ad un vero e proprio universo valoriale – che non è il nostro. E infatti tutti i cialtroni che vanno a rappresentarci nelle istituzioni dell’Unione Europea assimilano significativamente, questo lessico che è anche sistema di valori. Purtroppo dimentichi – o non coscienti – del fatto che Auschwitz era un posto assolutamente ordinato. Non certamente un posto dove regnava il Bene.
Tutto un altro discorso meriteranno le conseguenze della Brexit
che, se non affrontate in modo degno della più alta politica negoziatoria, vedranno invasioni di masse indiane e pachistane (le Indie britanniche) e dal Commonwealth in un’isoletta che potrebbe non essere più così wealthy. E l’Italia conta quasi un milione di suoi cittadini nella sola area della capitale.