Mentre il governo greco lavora con l’Albania a un accordo bilaterale di delimitazione della ZEE, da Atene rimbalza un’indiscrezione da non sottovalutare.
di Antonio Di Siena
Secondo alcuni quotidiani greci Erdogan starebbe infatti lavorando sotto traccia col governo albanese per ottenere il benestare all’invio di un sottomarino e un contingente militare turco in una base militare della regione di Saranda.
Una regione, fra l’altro, che ospita una cospicua minoranza greca di circa 160.000 persone.
Il piano di Erdogan
potrebbe quindi essere quello di tentare l’accerchiamento della Grecia, via terra e via mare, anche attraverso la più stretta partnership con un paese, l’Albania, che resta pur sempre un vecchio territorio imperiale ottomano.
La notizia, tutta da verificare e da prendere assolutamente con le pinze, si scontra con le dichiarazioni del primo ministro Edi Rama che si è recentemente detto d’accordo con l’azione greca di estensione delle sue acque territoriali a 12 miglia nautiche.
Resta però un fatto
Da anni – e nel silenzio pressoché totale della stampa italiana – la flotta militare turca se ne va avanti e indietro nello Jonio spingendosi fino al porto di Valona, a 70 km dalle coste della Puglia.
In ogni caso la situazione tocca troppo da vicino l’Italia per permanere in questa condizione di inaccettabile e silenzioso lassismo. È arrivato il momento che il Governo si dia una bella svegliata.