Il ridimensionamento delle dinamiche imperialiste degli Stati Uniti, già visto in diverse occasioni, come il ritiro delle truppe dal Medio Oriente, lascia ampi spazi di manovra alla Russia e dà respiro a nuovi assetti mondiali. I BRICS stanno a guardare con crescente interesse.
In Italia si è parlato poco del fatto che Trump ha chiesto al Giappone e alla Corea del Sud di aumentare del 400% i contributi per continuare ad approfittare della protezione militare americana.
In realtà, probabilmente, non è solo questione di danaro, ma trattasi di un modo per rompere l’alleanza con i due paesi dell’estremo oriente.
In Europa le cose non vanno meglio visto che perfino Macron ha definito la Nato un’alleanza finita.
Il punto è non solo economico dovuto al fatto che gli USA si sono dissanguati finanziariamente per mantenere il proprio impero ma anche strategico-militare: il blocco Russia e Cina ha una tale forza economica, demografica e da parte russa un chiaro vantaggio militare che gli Usa hanno deciso di riposizionarsi sempre che gli alleati non sostengano lo sforzo economico per gestire l’enorme apparato militare e imperiale.
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La forza militare russa
Giusto per fare qualche esempio, i russi hanno missili ipersonici sia aviolanciati (Khynzal) che lanciati da piattaforme navali (Zircon) mentre gli americani ancora non hanno nulla. Oppure basta pensare che i russi possono lanciare i loro missili da crociera Kalibr da delle semplici corvette mentre gli americani necessitano dei mastodontici cacciatorpedinieri o fregate o incrociatori: in altre parole, le corvette russe hanno lo stesso volume di fuoco delle grandi navi americane costando però un decimo.
Sembra proprio che gli USA stiano accarezzando l’idea di continuare ad esercitare la loro influenza primaria solo nell’anglosfera (USA, Canada, Regno Unito ed Australia) e l’America del Sud. D’altronde sanno di essere invulnerabili, come può esserlo chi detiene 8000 testate nucleari. E gli altri s’arrangino, oppure paghino il servizio.
Giuseppe Masala e Redazione