Su Erdogan ed il suo scontro con la Merkel (e l’Olanda prima), ancora una volta, le balle Ueiste sono davvero spaziali. BombObama, la Nato e gli Ueisti lo volevano deposto e magari morto.
Questo è l’unico dato di fatto emerso dal tentato golpe. Lo ha salvato Putin ed oggi si constata come, malgrado il grande problema Assad -odiato da Erdogan-, la Turchia stia sgretolando i propri vincoli con Unione europea e Nato avvicinandosi alla Russia.
Questo non può star bene alla ciurma di Bruxelles che, conseguentemente, fa di tutto per screditarlo e metterlo in difficoltà in ogni luogo, in giro per il mondo, ove si annidi una nutrita comunità turca.
Questo fino al punto di aver permesso ai Curdi di inneggiare nelle piazze al terrorismo del PKK di Ocalan, quello che le stesse istituzioni Ue dichiarano di voler combattere mettendolo fuorilegge.
Così, a parte le ritorsioni immediate che davvero Erdogan, forte del consenso popolare, può mettere in campo (vedi ripresa del flusso profughi), qual è la vera arma puntata sull’Europa che il Sultano ha impugnato?
“Fate a testa 5 figli” ha ordinato ad ogni famiglia turca immigrata nell’Unione europea.
E chiamalo fesso: quante generazioni occorreranno per ottenere (a costo zero per loro) un “esercito” turco già all’interno dei confini, sempre più labili, dell’Unione?
Se aggiungiamo poi tutte le altre etnie sunnite presenti nell’Europa occidentale, la indicazione data da Erdogan al suo popolo risulta chiara: saremo prima o poi maggioranza fisica o, al limite, minoranza religiosa fortissima e compatta. Saremo l’Islam politicizzato che muoverà i fili dell’Occidente… dall’interno.
Di Vincenzo Mannello
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