L’impressionante esplosione avvenuta ieri nella capitale del Libano Beirut continua a lasciare esterrefatti. Il bilancio si aggrava ogni ora, con i morti che hanno attualmente superato le 100 unità mentre i feriti sono oltre quattromila.
di Gabriele Tebaldi
I diversi video che hanno ritratto la spaventosa scena non solo sembrano confermare questo bilancio, ma lascerebbero addirittura immaginare un aggravamento ulteriore della situazione.
A rendere ancora più enigmatica la vicenda sono le presunte cause dietro all’esplosione. Sono diversi gli aspetti che non tornano e, su tutti, la versione ufficiale finora data dalle autorità libanesi e confermata dai media internazionali. Questa versione è stata infatti già oggetto di diversi rimaneggiamenti. Se nelle prime ore dopo l’esplosione, la causa sembrava dovesse essere fatta risalire ad un presunto deposito di fuochi d’artificio, nel giro di poco tempo tutto è cambiato.
I fuochi d’artificio sono infatti scomparsi dalle dichiarazioni ufficiali
e dai titoli di giornale per far spazio al nitrato di ammonio. Secondo il ministro dell’interno libanese Hassan Diab la causa dell’esplosione sarebbe dovuta a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio contenute in un deposito vicino al porto.
I media si sono cosi affrettati a cambiare la versione dei fuochi d’artificio per riprendere alla lettere quanto riferito dalle autorità libanesi. Tutto risolto quindi? Non proprio.
Restano infatti alcune domande senza risposta. Per esempio: il nitrato di ammonio è una sostanza altamente infiammabile, ma non in grado di scatenare un’esplosione senza un agente esterno. La domanda quindi è: chi o che cosa avrebbe fatto scatenare la reazione esplosiva del nitrato di ammonio?
C’è poi un secondo aspetto che getta ulteriore ombra sulla vicenda: a chi salterebbe in mente di stoccare 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio nella zona del porto di Beirut, dove a pochi metri sorgono case, strade e centri ad alta densità di abitazione?
Dubbi che aumentano leggendo le dichiarazioni rilasciate a FanPage di Danilo Coppe
uno dei massimi esperti di materiali esplosivi in Italia:
No, macché nitrato di ammonio. Quello per me era un deposito di armamenti, non c’entra il nitrato di ammonio.
Il nitrato di ammonio fa del fumo giallo e lì si vede arancione e rosso, primo. Secondo: non erano 2.700 tonnellate, perchè se fossero state 2.700 tonnellate, voleva dire più di 100 container di nitrato di ammonio. E 100 container non esplodevano in simultanea così, perchè il nitrato di ammonio da solo se ne sta bravo.
Il nitrato di ammonio è un fertilizzante, da solo non esplode – spiega ancora Danilo Coppe – , devi additivare con altre cose per fare degli esplosivi. E quindi dubito che avessero miscelato tutto quel nitrato di ammonio per farci, così, un mega deposito di esplosivo in mezzo al porto. Nemmeno il più pazzo avrebbe mai creato un deposito di quella dimensione di quantità in una situazione così, inverosimile.
Osserviamo inoltre che l’Osservatorio Sismologico della Giordania ha calcolato pari al 4,5 della scala Richter l’esplosione di Beirut, il cui rumore è stato udito sino a Cipro.
Un tentativo di chiarire questi dubbi
può essere fatto solamente osservando gli eventi geopolitici della zona. Pochi giorni fa infatti si erano registrati alcuni scontri alla frontiera tra Israele e Libano che avevano coinvolto i soldati di Hezbollah, da tempo nel mirino dell’aviazione israeliana, già protagonista di azioni repressive in territorio siriano dove le milizie libanesi operano da anni. E infatti Hezbollah non ha esitato ad accusare Israele di “sabotaggio” in riferimento all’esplosione di Beirut.
In questo caso la versione vedrebbe non un deposito di nitrato di ammonio abbandonato per chissà quale caso nel porto, ma un deposito di armi di Hezbollah fatto saltare in aria da un sabotatore israeliano. Sospetta è stata infatti l’affrettata dichiarazione di non colpevolezza da parte di Tel Aviv, avvenuta pochi minuti dopo l’esplosione e prima di qualsiasi elucubrazione dietrologica.
Discolparsi senza accuse? Un comportamento sospetto che apre una strada che le autorità libanesi non dovrebbero aver paura di approfondire perché la storia dei fuochi d’artificio e del nitrato di ammonio non convince e non rende giustizia alle vittime di quello che forse andrebbe considerato come attacco.
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