Si è concluso il Consiglio Europeo.
di Filippo Nesi
Confermate le proposte di MES, SURE e BEI uscite dall’Eurogruppo. Per il resto, le parti restano lontanissime sul Recovery Plan. Il blocco dei paesi nordici rifiuta categoricamente qualsiasi forma di sovvenzioni, mentre i paesi del sud insistono per un piano da 1,5 trilioni basato su finanziamenti a fondo perduto. Un nulla di fatto, insomma, la cui migliore prova è il classico rimando alla Commissione.
Ursula von der Leyen ostenta fiducia
con una dichiarazione diplomatica che sembra una classica mediazione tra le parti, ma che evita accuratamente di entrare nei dettagli:
Ci sarà un sano equilibrio tra sovvenzioni e prestiti e sarà compito degli stati membri negoziare e trovare un mix accettabile per tutti.
La Germania esce da trionfatrice da questo primo round di colloqui multilaterali. È riuscita a togliere dal tavolo qualsiasi ipotesi di Eurobond, ha messo un pesante macigno sull’idea di un fondo basato su sovvenzioni e, soprattutto, è riuscita a infilare il MES come unica vera proposta concreta. Quanto più il tempo passa, tanto più paesi come Italia, Spagna e Francia saranno alla fine obbligati a cedere.
È una guerra di resistenza, nella quale la Germania ha già considerato tutti i possibili scenari, incluso lo strappo unilaterale di qualche paese membro. Mai come oggi la miseria strutturale e umana su cui si fonda l’Unione Europea si palesa in tutta la sua chiarezza.