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Bambini yemeniti.

Bimbi dietro le sbarre di Trump: una visione differente

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Continua a scorrere, su tutti i media occidentali mainstream, l’ondata di sdegno per la decisione di Trump di separare i bambini, figli dei migranti clandestini, dai propri genitori, rinchiudendoli pure nei centri di detenzione… che, negli Stati Uniti, non sono certo asili modello per infanti e più grandicelli.

È ovvio, per una qualunque persona che non sia un mostro di sadica cattiveria, non comprendere che la brusca separazione di un bimbo dai genitori (principalmente dalla madre) possa costituire per il piccolo un trauma di inguaribile portata.

Siamo tutti convinti che trattasi di qualcosa che offende il diritto, la morale e pure il buonsenso, visto che certamente gli stessi bambini cresceranno maturando un odio profondo contro coloro che li hanno vessati in questo modo.

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Premesso questo, sono necessarie due obiettive considerazioni:

negli USA, e non solo in quel paese, arrivano sempre più spesso i cosiddetti “minori accompagnati“, non dai genitori naturali ma da corrieri (in buonafede e non) che si occupano di farli entrare illegalmente per poi consegnarli ai parenti più prossimi.

Ne deriva che, in troppi casi, sono gli stessi genitori a separarsi dai propri figli, pur piccolissimi e magari a fin di bene, per farli entrare più facilmente negli Stati Uniti (ed in Europa). Proprio questa spirale Trump spera di interrompere, facendo pagare ai figli le colpe dei padri per indurli a non mettere a rischio la progenie.

Quindi,

commozione sacrosanta per i bimbi che piangono dietro le sbarre, ma occorrerebbe che i pietisti radical chic, dalle laute posizioni occupate presso i media generalisti, la raccontassero proprio tutta.

Seconda considerazione: “e gli altri bambini?”

Non si legge, ascolta o constata alcun interesse riguardo i bambini e gli adolescenti Palestinesi che, quotidianamente, gli occupanti israeliani maltrattano, arrestano, incarcerano ed a volte uccidono non perché vogliano (i bambini) emigrare ma solo in quanto desiderano vivere, giocare ed andare a scuola nella Palestina occupata.

Stessa cosa nello Yemen,

devastato dai sauditi, nostri preziosi alleati
Vige, da parte dei politici, di troppi giornalisti e pure della Chiesa bergogliana, il più vergognoso silenzio quando a commettere crimini contro i bambini siano i “buoni alla BombObama” o gli amati sionisti alla Nethanyau, per non parlare dei Salman e soci, le cui nefandezze sono ancor maggiormente celate in nome degli affari.

Crede il pensiero unico, che vorrebbe opprimere la capacità dei cittadini occidentali di riflettere e pensare differentemente mediante le notizie imposte dai media e dai politici corrotti, di riuscire a piegare i liberi pensatori?

Non ci riuscirà mai.

Esisteranno sempre più persone che scriveranno, leggeranno e commenteranno su testate libere ed indipendenti (telematiche e non) questo tipo di differenti analisi di fatti e comportamenti. Il pluralismo vero è questo: che permette alla gente di meglio capire cosa stia davvero succedendo.

di Vincenzo Mannello @v_mannello

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