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Muore Ray Manzarek “l’architetto” dei Doors

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Questa notte se ne è andato a 74 anni per via di un cancro Ray Manzarek fondatore e membro dei Doors .

Minato da un cancro al dotto biliare Ray Manzarek si spegne in Germania a Rosenheim. Il chitarrista Robby Krieger  ha commentato «sono profondamente addolorato dell’aver appreso oggi della morte del mio amico e compagno di band Ray Manzarek. Sono solo contento di aver potuto ancora suonare con lui le canzoni dei Doors nel corso dell’ultimo decennio. Ray era una grossa parte della mia vita e mi mancherà per sempre».

Ray Manzarek è stato indicato come “l’architetto” dei Doors. Insieme a Jim Morrison, conosciuto a Venice Beach, decide di mettere su un gruppo musicale. A loro si uniscono Robby Krieger alla chitarra e John Densmore alle percussioni. Dal  verso «when the doors of perception are cleansed man will see things as they truly are infinite» («se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito») del poeta inglese del XIX secolo William Blake, amato da Morrison, ecco il nome “The Doors”.

Manzarek da un tocco particolare ed inimitabile alla band suonando con una mano l’organetto Vox Continental e con l’altra un Rhodes Piano Bass. Dirà in seguito di aver dato al sound del gruppo un tocco da musica classica, che in alcune canzoni sfiora il barocco.

Alla morte di Morrison nel ’71 prende in mano l’eredità dei Doors con altri due album “Other voices” e “Full circle”, dove pesa l’assenza dell’icona Morrison. Nel ’78 lui, Krieger e Densmore tornano in studio per l’album “An American Prayer” utilizzando le poesie incise da Morrison a fine ’70. In seguito Manzarek si dedica a due album solisti, tra cui “The Golden Scarab” e un riadattamento dei “Carmina Burana”.

Manzarek ha fatto parte di una delle band più controverse della sua epoca. Da un lato gli eccessi di Morrison portavano i Doors a non essere ben visti da tutta una schiera di conservatori e ben pensanti, come per l’incidente di Miami, dopo cui Morrison fu accusato di oltraggio al pudore. Dall’altro, invece, i testi del cantante (cui, però, contribuisce spesso Manzarek) insieme alle sonorità, che definire psichedeliche è riduttivo, e ad un certo misticismo, che pervade band e sound, hanno lasciato il ricordo di un grande gruppo, forse il figlio più maturo della Controcultura degli anni ’60.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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