Tu chiamali, se vuoi… “Ueisti”

Ascoltiamo il giornale “Radio Tirana Uno” , cosiddetto perché è ormai acclarato come la Rai si ponga al servizio esclusivo del regime partitocratico e non di tutti i cittadini, obbligati dal canone in bolletta. 
 

Marine Le Pen viene definita dal giornalista “leader della destra populista”.

Non, come correttamente sarebbe, “leader del Fronte Nazionale” ma “populista” per rimarcare quel sarcastico disprezzo che tale qualificazione ha assunto grazie (soprattutto) ai media impositori del “politicamente corretto”.

Non passa ora che tale definizione non venga riversata dalle radiotelevisioni e dai principali giornali (stampati ed online) sulla testa non solo degli esponenti politici che, in Francia e nel resto dell’ Occidente, propongono tesi differenti e nuove soluzioni politiche, ma pure su quanti li sostengono e su chiunque si permetta di dissentire dal “pensiero unico” al potere (in Francia, Italia, Europa).

Poi, seguendo l’esempio dei vertici istituzionali “illuminati” (Hollande, Merkel, Mattarella, Boldrini e soci), chiunque accenni a criticare persone che appartengono alle categorie dei migranti, rom ed ebrei, naturalmente non in quanto tali, si trova sul groppone l’aggravante di “xenofobo, razzista, antisemita e (non poteva mancare) fascista“.

Ora, a parte le simpatie partitiche verso la Le Pen od altri politici “populisti” che si possono o non possono avere anche chi scrive si trova spesso oggetto di tali “offese” in relazione a quanto scritto sui social o su quelle testate telematiche che hanno la bontà di ospitare questi pensieri. In linea agli epiteti ricevuti, non si può che rispondere “me ne frego!”. Ma, visto che difficilmente si porge l’altra guancia, è facile restituire la “offesa”. Ti definiscono “populista,razzista,xenofobo”?  Chiamali UEisti, servi dello UEismo di Bruxelles… capiranno e saranno identificati subito.

twitter @V_Mannello