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Jill Stein, l’outsider ecologista che vede i peccati americani

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“Reject the propaganda of the lesser evil, the lesser evil doesn’t solve the chrisis, it only paves the way to the greater evil because people stop coming out to vote” – “Rigettate la propaganda del male minore, il male minore non risolve la crisi, ma spiana la strada al male maggiore, perché le persone smettono di votare”.

Senza mai parlare di lobbies e complottismi, c’è un’outsider che si sta facendo notare nella campagna presidenziale americana, le cui votazioni finali si terranno l’8 novembre. Quello di cui parliamo è il secondo outsider dopo Johnson dei libertari (dato al 7,5%). Data al 3,2% da un sondaggio settembrino, viene deliberatamente esclusa con Johnson dai dibattiti ad opera delle majors televisive. Eppure Jill Stein, candidata per il Green Party, è una vera ecologista oltre i poli.

Conservatrice, nel senso originario del termine, come si evince dall suo recente manifestare a favore dei Sioux di Standing Rock e dal battersi con loro per salvaguardare le sorgenti di acqua potabile della Riserva, ma pure progressista, nella misura in cui vorrebbe sottrarre l’intervento militare Usa dai teatri di guerra in cui si è impegnato in modo fallimentare negli ultimi due decenni, lasciando intere parti del mondo ad un oblio sociopolitico causa di terrore, carestie e guerre.

Le tesi di Stein sono per certi versi europee, ma in America sono viste bene da una esigua parte della popolazione, e il concetto del voto utile, nel paese dove c’è una delle più alte percentuali di astensionsimo mondiali, nonché un radicato bipolarismo, è un discorso che fa ancora molta presa sull’elettorato.
Gli argomenti di Stein, medico sessantaseinne uscita da Harvard, sono però solidi.

Non c’è bisogno del Muro di Trump: se si smette di invadere altri paesi, l’onda dell’immigrazione è uno tsunami causato in primo luogo dalle invasioni (le chiama proprio così) a stelle e strisce in giro per il mondo.

Gli Usa devono smettere di finanziare le guerre per gli armamenti. Gli Usa devono ripensare un accordo commerciale diverso dal TTIP, devono bloccare il libero scambio.

Bisogna smettere di votare per il male minore, per scampare dalla più grande paura (che vinca Trump o Clinton, a seconda delle proprie idee), ma bisogna votare per quello che si crede. Bisogna fare quella politica progressista che non potrà essere perseguita da Clinton, considerato come essa sia stata coartefice e bandiera del neoliberismo americano.

L’ondata di estremismo che sta investendo l’America è il prodotto naturale delle politiche neoliberistiche propugnate dai democratici tanto quando dai repubblicani, aggiunge poche ore fa Stein in un comizio all’Università di Portland. Bisogna dire basta alla politica della paura che ti dice di votare contro le tue paure. La politica deve nascere dal fondo, secondo Stein, ed è ora di votare per il bene maggiore come se le nostre vite dipendessero da ciò, perché infatti è proprio così.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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