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Abu Bakr al-Baghdadi: una minaccia da non sottovalutare

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Conquisteremo Roma e l’America la pagherà cara!” Queste in sintesi le minacce che il nuovo Califfo dell‘Isis (Islamic State of Irak and Syria) al Baghdadi ha fatto l’1 e il 3 luglio scorsi parlando pubblicamente dalla moschea di Mosul. Il suo è stato un appello alla mobilitazione generale di tutto il mondo islamico, chiamato ad aderire in massa al nuovo stato di cui lo stesso si è autoproclamato capo assoluto nella veste di vicario e successore del Profeta Maometto. Un annuncio che va ad aggiungersi al clima di enorme tensione che già esiste in Irak e nell’intero quadrante a cavallo della mezzaluna. Il “Califfo del terrore” come qualcuno lo ha già soprannominato, ha, senza mezzi termini, gridato al mondo arabo di essere “il Wali, destinato a guidarvi ma non sono migliore di voi, se credete che abbia ragione, aiutatemi, se credete che abbia torto, consigliatemi e indicatemi la retta via. Obbeditemi come obbedite al Dio che è in ognuno di voi“.


Un’autorità, quella affermata da al-Baghdadi che, al di là di formali disponibilità al dialogo interno, vuole essere in verità assoluta e indiscutibile. Lo stesso Califfo ha proseguito facendo un vero e proprio appello al mondo islamico a trasferirsi in massa nel nuovo stato che si trova nella vasta area compresa tra Aleppo in Siria e il governatorato iracheno di Diyala. Uno stato che, sempre secondo al-Bagdadi, a differenza dell’Irak e della Siria, sarebbe la vera casa madre degli Islamici. Lo stesso ha proseguito dicendo: “Venite qui, questo è il mio consiglio per voi. Se lo seguirete conquisterete Roma e diventerete padroni del mondo, con la volontà di Allah“.

Una dichiarazione che il premier iracheno Nomi al Maliki ha definito “Una minaccia per l’intera regione“. Non sono mancate ovviamente anche le reazioni da parte dei diretti interessati dalle oscure minacce di cui sopra, gli Stati Uniti e l’Italia. Il Presidente Obama ha infatti, per ora, autorizzato l’invio di quasi trecento militari a rinforzare la sorveglianza dell’Ambasciata americana in Irak e l’aeroporto internazionale di Baghdad. Il Ministro degli Esteri Federica Mogherini, in un’intervista a Radio Capital, ha detto che “la minaccia alla città di Roma come capitale del Cristianesimo va presa sul serio“.


Ovviamente qui non si tratta di creare a tutti i costi un clima di allarmismo esasperato ma in un paese come il nostro, con una presenza, tra l’altro, di immigrati dai paesi di matrice islamica che di giorno in giorno si fa sempre più massiccia e aggiungiamo noi, sempre meno controllabile, i rischi di un’improvvisa ripresa del terrorismo sono alquanto alti. Certamente nel discorso del nuovo Califfo ci sono aspetti retorici che vanno presi con le molle e che, per ora, 
sembrano  destinati soltanto a cementare lo spirito che anima il nuovo vasto stato. Uno spirito che ovviamente non può che rifarsi a quella jihad, guerra santa che da sempre rappresenta il culmine spirituale ma anche operativo della parte più intransigente ed estremista  del mondo arabo-islamico.

Ma la minaccia comunque esiste e in un futuro prossimo è destinata a diventare reale, effettiva e drammatica. Qui non parliamo ancora di guerra convenzionale, ovvero di un possibile attacco militare diretto al cuore dell’Occidente, ma di un improvviso intensificarsi del fenomeno terroristico in grado di innescare una serie a catena di attentati che potrebbero trovare il loro epicentro proprio  in Italia e negli Stati Uniti. E questo, ripetiamo, avendo una presenza islamica nel nostro paese sempre più massiccia e ramificata. Qui per carità non si vuole fare di tutta un’erba un fascio ma semplicemente mettere l’attenzione sul fatto che all’interno di comunità sempre più numerose e quindi anche sempre meno controllabili, potrebbe aumentare il rischio della presenza di cellule terroristiche nel nostro paese e anche nell’intero mondo occidentale.

Se dalle parole del Califfo si passerà ai fatti, la situazione nel mondo occidentale potrebbe all’improvviso diventare insostenibile con scenari apocalittici, l’11 settembre insegna, che nessuno si augura di rivivere. Occorre quindi fin da subito che l’Europa adotti insieme agli Stati Uniti urgenti provvedimenti di carattere preventivo e cautelativo organizzando uno stato generalizzato di massima allerta. Ma soprattutto sarebbe oltre modo necessario riuscire ad intervenire nell’area geografica in questione per cercare, finché è ancora possibile, di isolare politicamente e militarmente un personaggio che, se non bloccato in tempo, potrebbe addurre grandi lutti al mondo di cui facciamo parte.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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