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Marinaleda: otro mundo es posible! Disoccupazione allo 0%

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Molti in questo periodo di crisi in cui la disoccupazione è salita al 40% si saranno detti con fare consolatorio: “d’altronde trovalo un Paese senza disoccupati”.

Detto, fatto. A 100 km da Siviglia, esiste una piccola comunità di 2700 abitanti chiamata Marinaleda, qui la disoccupazione è allo 0% e della crisi non sembrano essersene accorti.

Il sindaco Juan Manuel Sanchez Gordillo, ispirato dagli ideali del socialismo storico ha costruito, in questi ultimi trent’anni, un sistema economico autarchico, pur nell’era della globalizzazione e dei voli low cost che ci spinge ad essere cittadini del mondo, così come auspicava Erasmo da Rotterdam.

Il 70% della popolazione di questa ridente comunità ha un reddito prodotto dal lavoro nei campi e dall’industria della trasformazione, il resto della popolazione lavora in esercizi commerciali o è impiegato in scuole e uffici.

Se nel resto del mondo capitalistico vige la regola della competitività, a Marinaleda vige la regola opposta: la cooperazione.

Si lavora meno, ma si lavora tutti e qualunque sia la mansione ricoperta si riceve 47 euro al giorno per sei giorni lavorativi. Avranno preso sul serio le parole di Grillo?

Ciò che sorprende è che queste regole valgono per tutti. Anche per i politici.

“Chi viene eletto in Municipio, non percepisce nulla per il proprio incarico” dichiara la consigliera Esperanza.

In questa strana “comunità dei contrari” non esistono i mutui e neppure i senza tetto. Come fanno? Semplice, pagando prima quindici euro di anticipo (per una casa di 90 mq) e poi offrendo ciò che tutti (o quasi) possono offrire: la forza lavoro.

La cura degli spazi comuni compete a tutti i cittadini durante le cosiddette – attenzione, la continuazione della frase è riservata a chi pur sentendo odor di comunismo riesca a non trasalire – “domeniche rosse”.

A Marinaleda, nel cuore della Andalusia e della Spagna masticata dalle austerità, la polizia locale non esiste dato che non esiste criminalità.

Ma anche nel Paese dei Balocchi potrebbe esistere qualcuno con la paura di risvegliarsi asino.

“Vivere qui non è semplice, il lavoro nei campi per noi è parte integrante di un sistema che dura da 30 anni, ma non tutti sarebbero disposti ad accettare queste condizioni”, racconta un abitante locale.

Si può mettere da parte l’individualismo, l’ambizione, la sete di potere e la passione tutta umana per il possesso per andare verso la possibilità della partecipazione e della solidarietà senza minare la propria autonomia e libertà?

L’individuo democratico è in grado di non occuparsi solo dei suoi piccoli affari delegando tutto alla gerarchia governativa?

Si può giungere all’uguaglianza senza abolire le differenze e conseguentemente la democrazia?

Domande alla Tocqueville che “l’esperimento” di questa comunità fa scaturire in chi vi si imbatte fisicamente, o non.

Marinaleda: “un’utopia verso la pace” c’è scritto sulla sua bandiera tricolore in chiaro riferimento al nome della città immaginaria, coniato dal letterato Thomas More, con l’unione delle voci greche u e topos cioè  “non luogo” , ovvero luogo che non esiste ancora,  oppure eu e topos dal greco antico “buon luogo”.

Dei pazzi fuori dalla realtà del mondo? Può darsi, ma oggi la produzione agricola di questa cittadina si estende in tutta la Spagna, passando per alcuni paesi europei e arrivando persino al Venezuela.

Saremo in grado di riprovarci  trapiantando un modello simile in una grande città?La sfida è aperta.

Allegra Romana 
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Di Redazione Elzeviro.eu

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