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Cosa sta succedendo in Ungheria? Un po’ di luce tra balle, storture e utopie

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L’Ungheria di Viktor Orban sta diventando una vera e propria leggenda, tra giornalisti silenziosi e web inferocito diventa però difficile scovare cosa c’è di realmente vero dietro all’opera di questo personaggio politico.

Da una parte i colossi televisivi e le grandi testate giornalistiche sia cartacee che on-line definiscono l’Ungheria, nei pochi articoli in cui viene menzionata, come paese “eretico“, fuori dal circolo neoliberal europeo e quindi destinato al fallimento economico oltre che ad una possibile dittatura militare.

Dall’altra parte ci sono tastieristi esaltatissimi pronti a cantare le gesta di un governo che finalmente si è slegato dai ricatti della finanza europea e internazionale e sta mettendo le basi di un governo veramente nazionale ed autonomo. Come esempio di questa diatriba vi riportiamo due scritti, uno comparso su www.ilpost.ithttp://www.ilpost.it/2013/12/08/bufala-boom-economico-ungheria/#  (testata diretta dal giornalista Luca Sofri, ex co-conduttore di 8emezzo) schierato su una linea “ortodossa” e l’altro comparso sul blog indiesmercurial.wordpress.com, http://indiesmercurial.wordpress.com/2013/12/01/cacciata-ue-bce-fmi-lungheria-rinasce/, apertamente a favore del governo ungherese.

I dati economici riportati da entrambi gli articoli combaciano e dunque potremmo accettarli con una certa sicurezza. Tra questi viene fuori che il governo ungherese (in carica con una larga maggioranza dal 2010) ha pagato con due anni d’anticipo il prestito contratto con il Fondo Monetario Internazionale, in seguito ha abbassato le bollette di acqua, luce, gas e nettezza urbana del 20% ed è stata ridotta l’IVA sui suini vivi e macellati dal 27 al 5%. Oltre a ciò viene fuori, sempre da entrambi gli scritti, che l’Ungheria ha ripreso il controllo dell’emissione dei flussi monetari ad opera della banca centrale, dato che il governatore  della stessa, Gyorgy Matolcsy, è considerato braccio destro di Orban.

Nella testata di Sofri vengono descritte altre riforme che inspiegabilmente ci vengono presentate come “cattive“: il governo ungherese ha deciso di aumentare la tassazione su banche, grandi assicurazioni e grandi imprese. L’Ungheria sarebbe così il paese con la più alta tassazione nel settore finanziario in Europa, oltre ad essere l’unico paese europeo in cui sono diminuiti i prestiti…e tutto questo sarebbe un male?

Forse il giornale di Sofri dimentica che i prestiti del FMI, cui un paese deve dare come controparte riforme strutturali quali privatizzazioni selvagge e distruzione del settore pubblico, hanno prostrato le economie di quasi tutta l’Africa e non solo. Ma ilpost.it deve soffrire probabilmente di un’amnesia su una più ampia scala, perché scorda completamente le cause dell’ultima bolla finanziaria nata negli Usa. Crisi scaturita dall’eccessiva libertà da parte di banche ed istituti di credito nel concedere mutui che non sarebbero potuti mai e poi mai essere coperti da contante reale. Dunque una tassazione su banche e settore finanziario è forse proprio quello che ci vuole per dare un freno a tutte le cosiddette operazioni ombra, in particolare quelle sui derivati e sui futures.

Oltre a queste clamorose dimenticanze, vi è un’altra assurda critica da parte dei pennivendoli di Sofri, ovvero quella relativa al controllo dei flussi monetari da parte del governo. Nell’articolo si asserisce che il distacco tra Stato e banca centrale, avvenuto in uno strano silenzio negli ultimi quarant’anni, è stato un bene perché così lo Stato non ha più la libertà di spendere e spandere denaro. Eh già, peccato che così la decisione di attivare o disattivare il flusso di moneta venga presa da privati, non eletti e sconosciuti alla popolazione. Perché un ruolo così importante non dovrebbe passare al vaglio della democrazia?

Non ci viene alla mente nemmeno un esempio storico in cui un’economia di austerity abbia portato alla crescita e allo sviluppo, guarda caso. Lo Stato deve spendere, non come si usa ora per i gioielli delle consorti o le barche degli amici, ma per l’economia reale, quella che porta lavoro e ricchezza alla nazione, non per una finanza fatta di squali, che ilpost.it chiama amichevolmente “investitori”.

Il marxismo ha fallito, il liberal-capitalismo anche, perché non provare un attimo a credere all’alternativa magiara?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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