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Il processo delle lobby occidentali contro il legittimo presidente egiziano

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Nella culla della civiltà, proprio sulle rive del Nilo, si sta consumando un vero e proprio massacro da parte delle lobby angloamericane che ormai controllano a proprio piacimento le vicissitudini terrene.

Ma giriamo la lancetta dell’orologio indietro di oltre un anno e osserviamo quella che era la situazione in Egitto: è il 24 giugno 2012 e il popolo egiziano freme dalla voglia di poter vedere i risultati delle prime elezioni democratiche dopo trent’anni di dittatura Mubarak.

L’esito non è dei più nitidi e nemmeno dei più scontati, vince infatti Mohamed Morsi, leader dei “Fratelli Musulmani“, con il 51% delle preferenze, battendo così l’ex primo Ministro di Mubarak, Ahmed Shafiq, fermatosi al 48%. Un esito trasparente che non lascia spazio a dubbi; tuttavia iniziano le prime avvisaglie di preoccupazione occidentale che, attraverso i media asserviti, lancia i soliti messaggi subliminali quali “Timore per fondamentalisti al potere“, “Sarà imposta la shar’ia in Egitto?“. Eppure niente di tutto questo è stato fatto nella terra dei faraoni, per un anno Morsi e i suoi Fratelli musulmani hanno governato senza imporre veli o burqa di alcuna sorta.

Come ben sappiamo però gente come Morsi, poco incline alla sudditanza verso potenze estere, va poco a genio al circolo finanziario che da Wall Street recapita gli ordini sulla politica estera di Washington. Così la campagna anti Egitto ha iniziato a farsi più tambureggiante attraverso il solito canale mediatico (sempre pronto a servire ad occhi chiusi i potenti) e ovviamente utilizzando un più oscuro canale economico, che foraggiasse i manifestanti e l’esercito che hanno infine destituito il presidente legittimamente in carica.

Dalla dittatura di Mubarak si è ora passati a quella di Al Sisi, senza che nessun giornalista travestito da prete abbia gridato allo scandalo, tutti in silenzio, proni rispetto al disegno ben in rilievo finanziato oltreoceano. Ora si svolgerà questo processo farsa nei confronti di un presidente la cui unica colpa è stata quella di aver vinto le elezioni e di aver governato secondo le sue idee e non quelle di una madre patria estera. “Facciamola finita con questa farsa, è stato un colpo di Stato. Sono altri quelli che dovreste processare“, queste le parole dell’ex presidente Morsi durante la prima udienza tenutasi al Cairo.

Peggio dei lobbisti angloamericani però sono quegli italiani che come la Boldrini e la Kyenge seguono la corrente filosofica dell’anarcomarxismo parolaio, fatto di grandi slogan, quali “ius soli” e belle promesse di uguaglianza per tutti. Le due papesse però giacciono ora in un imbarazzante silenzio e dimenticano i musulmani che hanno dato la loro vita per l’indipendenza dell’Egitto. Sono anch’esse evidentemente solerti inservienti del capitalimperialismo wallstreetiano.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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